Barcellona Celta Vigo 4-3, incredibile rimonta blaugrana. Brutte notizie per Ancelotti e il Real Madrid, buone per Inzaghi e l’Inter | OneFootball

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·19. April 2025

Barcellona Celta Vigo 4-3, incredibile rimonta blaugrana. Brutte notizie per Ancelotti e il Real Madrid, buone per Inzaghi e l’Inter

Artikelbild:Barcellona Celta Vigo 4-3, incredibile rimonta blaugrana. Brutte notizie per Ancelotti e il Real Madrid, buone per Inzaghi e l’Inter

Barcellona, clamorosa rimonta contro il Celta Vigo: da 1-3 a 4-3 in meno di mezzora: brutte notizie per il Real, buone invece per l’Inter

Un pomeriggio incredibile quello vissuto oggi in Liga per la giornata numero 32. Un’altalena di emozioni suggellata dall’abbraccio finale di Flick e Raphinha al fischio di chiusura del direttore di gara: potrebbe essere questa l’immagine simbolo di uno dei momenti topici del campionato. Perché se il Barcellona non perde una gara che lo vedeva sotto 3-1 all’ora di gioco e riesce a guadagnare 3 punti davanti al proprio pubblico, per Ancelotti e il suo Real Madrid le possibilità di rimontare il distacco, 7 lunghezze e la propria partita ancora da giocare, non possono che affievolirsi. Al contempo, Inzaghi e l’Inter hanno motivi per guardare alla semifinale tra 10 giorni con sufficiente ottimismo: la difesa catalana balla come non mai, lasciando varchi che Lautaro e compagni hanno già mostrato di saper sfruttare adeguatamente. Ma ecco la cronaca del match, che dice tantissimo, se non quasi tutto, su un sabato pomeriggio dove l’adrenalina è stata massima.

Il Barcellona si è fatto aggredire subito, si è visto che non riesce a riallinearsi prontamente, con una coppia centrale che è apparsa in ritardo in molte situazioni prima ancora che la gara si accendesse. Cosa avvenuta in fretta, quando all’undicesimo minuto Ferran Torres riceve palla tra le linee da Inigo Martinez, fa una corsa in diagonale e al limite sferra il destro del vantaggio. Debole l’opposizione dell’ex viola Marcos Alonso, non perfetta la reattività di Guaita, che non scende benissimo a terra. L’autore del gol fa vedere il numero al Montjuic, come a suggerire la bontà della scelta del tecnico di metterlo in campo. Ma il vantaggio dura giusto 3 minuti. La linea del Barça è avanzatissima, all’altezza del centrocampo. Duran la buca facilmente, mette al centro rasoterra, Szczesny non ci arriva (errore abbastanza evidente) e Borja Iglesias non deve far altro appoggiare comodamente nella porta sguarnita. Per l’ex Espanyol il derby personale si trasforma in una vicenda a confini della fantascienza. Perché nella ripresa su un pallone spazzato senza preamboli dalla sua area, c’è un buco clamoroso di De Jong e l’attaccante del Celta arriva in area tutto solo, ha il tempo di capire se arriva qualche compagno meglio piazzato di lui e poi decide di sferrare una botta in diagonale assolutamente imprendibile. Non basta: la scena si ripete poco dopo, ancora una volta ci sono spazi enormi dove proiettarsi e Iglesias fa esultare i suoi (oltre che la Madrid blanca) con un tocco sotto raffinato una volta arrivato al cospetto dell’ex portiere della Juve.


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Ci sarebbe abbastanza, per non dire troppo, per mettere ko i padroni di casa, come si vede dalla scena dove Flick si siede in panchina, come tramortito dall’uno-due. Ma ha la lucidità, il tecnico tedesco, per buttare in campo forze fresche e cambiare totalmente l’inerzia della partita. In uno stadio trasformatosi in una bolgia il Barcellona recupera in 6 minuti. Al 63′ è un’azione capolavoro ad accorciare le distanze, il manifesto del calcio verticale che la squadra è in grado di proporre nel momento della massima difficoltà: Kounde ispira Lewandowski, il polacco premia il taglio centrale di Raphinha che allunga per Dani Olmo, prima risorsa dalla panchina che non ha difficoltà a mettere dentro la sfera. Quattro minuti dopo tocca all’altro subentrante, Lamine Yamal, disegnare il cross che permette a Raphinha la deviazione aerea che vale il pareggio. Le battute finali dell’incontro sono pazzesche. Il Celta Vigo butta via la possibilità di vincere con un ex della sfida: Mingueza riceve da Lopez un pallone che è solo da spingere in porta, ma lo devia di testa assurdamente fuori, Al minuto 94 una chiamata del Var assegna giustamente il rigore al Barça per un intervento scomposto di Lago su Dani Olmo. Incaricato della trasformazione è Raphinha: il brasiliano sbuffa per la tensione, ma poi incrocia col sinistro e a nulla serve che Guaita intuisca il tiro. Capite perché Flick è andato ad abbracciarlo come se gli avesse consegnato il titolo di campione di Spagna? Unica brutta notizia, c’è preoccupazione per Lewandowski, uscito dal campo prima della naturale conclusione dell’incontro con sguardo piuttosto preoccupato.

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