Radu Juve, zio Cristian: «Riccardo punta in alto. Il primo contratto e il passaggio da attaccante a portiere: ve lo racconto dentro e fuori dal campo» – ESCLUSIVA | OneFootball

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·1. April 2025

Radu Juve, zio Cristian: «Riccardo punta in alto. Il primo contratto e il passaggio da attaccante a portiere: ve lo racconto dentro e fuori dal campo» – ESCLUSIVA

Artikelbild:Radu Juve, zio Cristian: «Riccardo punta in alto. Il primo contratto e il passaggio da attaccante a portiere: ve lo racconto dentro e fuori dal campo» – ESCLUSIVA

Radu Juve, alla scoperta del portiere della Primavera: le dichiarazioni in esclusiva a Juventusnews24 dello zio Cristian

La Juve ha in casa il portiere del futuro: Riccardo Radu difende la porta bianconera da dieci stagioni ed è destinato a farlo per molti altri anni. Chissà se si sarebbe visto portiere Riccardo da bambino, lui che ha iniziato come attaccante. Per conoscere meglio il portiere della Juve Primavera, Juventusnews24 ha intervistato suo zio Alion Cristian.

⁠Riccardo è considerato uno dei più grandi talenti del settore giovanile bianconero: puoi raccontarci com’è Riccardo in campo e come ha vissuto il passaggio da attaccante a portiere?


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«Riccardo, non appena tocca il campo, subisce una trasformazione istantanea: si concentra sulla partita e dà il massimo per cercare di vincere. Conoscendolo sin da piccolo, le prime volte in cui abbiamo notato questa sua trasformazione siamo rimasti stupiti nel vedere una crescita improvvisa, come se potesse controllare tutto con un tasto accendi-spegni. Questo suo passaggio da attaccante a portiere lo definisco strano perché, di solito, ogni bambino nella scuola calcio pensa solo a correre dietro al pallone per segnare ed esultare con i compagni.

Durante quella partita in cui cambiò ruolo, Riccardo non ci ha pensato due volte: pur di continuare a giocare, a causa dell’infortunio del portiere, ha indossato i guanti per la prima volta. Stupiti dalla sua scelta, a fine partita gli abbiamo fatto una sola domanda: “Ti sei divertito?” La sua risposta è stata quella tipica di un bambino di otto anni: ci ha semplicemente chiesto quando avrebbe potuto rifarlo di nuovo».

Com’è Riccardo fuori dal campo? È un leader anche lontano dal rettangolo di gioco, proprio come lo è in campo?

«Fuori dal campo, Riccardo è iperattivo e, da quanto ho notato, anche nelle amicizie tende a essere un punto di riferimento, cercando sempre di fare gruppo e coinvolgere tutti. Molte volte l’ho sentito dare consigli agli amici, sia dentro che fuori dal mondo del calcio. Tiene tantissimo a vincere ogni partita e, quando le cose non vanno come vorrebbe, capita che si chiuda in sé stesso, diventando un po’ nervoso.

Abbiamo capito che il modo migliore per aiutarlo è lasciarlo tranquillo per un paio d’ore, durante le quali si isola ascoltando la sua musica a tutto volume. Come ogni sportivo ha le sue scaramanzie. Fondamentalmente è un ragazzo che passa molto tempo con la propria famiglia e sfrutta i giorni di riposo per uscire con gli amici, giocare con loro o anche semplicemente divertirsi con i videogiochi».

⁠A marzo dello scorso anno ha firmato il suo primo contratto con la Juve e, probabilmente, presto arriverà un prolungamento. Che emozione provate nel vederlo crescere alla Juventus? Come si trova con mister Magnanelli e nella Primavera?

«Vederlo crescere in un grande club che ha fatto la storia ci dà emozioni positive. Il suo ingresso in Primavera ha contribuito a farlo maturare ancora più velocemente e, considerando che ha esordito da sotto età. Vederlo firmare il suo primo contratto è stato un momento indescrivibile. Per tutti noi era una cosa nuova, ma c’era solo una cosa da fare: complimentarci con lui per il percorso che ha fatto e incoraggiarlo a continuare così, perché tutto arriverà con il suo tempo.

Per quanto riguarda il mister, il rapporto è assolutamente normale: c’è rispetto per il ruolo che ricopre e ascolta i consigli che gli dà, sia a Riccardo che ai suoi compagni, durante gli allenamenti e le partite».

Riccardo è uno dei pochi 2007 ancora in Primavera ed è un titolare inamovibile. Ha parate decisive e una grande reattività: quali sono, secondo te, le sue principali qualità tecniche?

«Per quanto riguarda le principali qualità tecniche, Riccardo ha un ottimo controllo di palla e precisione nei passaggi con entrambi i piedi. Dal punto di vista atletico, possiede una grande velocità nel rialzarsi da terra e nel seguire la palla in caso di azioni multiple. Ho notato che, nei rigori ha una buona intuizione e una notevole freddezza nel coprire la porta.

Per un ragazzo di 17 anni, sviluppare questa sicurezza e freddezza nel difendere la porta è una qualità straordinaria; anzi, penso che sia quasi un dono, perché non è facile acquisirla nemmeno con tanta pratica. Gli piace molto giocare la palla anche negli spazi stretti, nonostante si pensi spesso che il portiere debba semplicemente spazzarla via. Invece, lui, con grande sicurezza, attende spesso l’attaccante avversario per poi servire il compagno più libero, mettendo così fuori gioco gli avversari stessi». L’IDENTIKIT DI RICCARDO RADU

⁠Quando avete capito che Riccardo aveva un talento speciale? Le convocazioni in Nazionale sono sicuramente un motivo di grande orgoglio, come vivete queste esperienze?

«Abbiamo iniziato a capire che Riccardo aveva un talento speciale nel suo ruolo quando ci siamo accorti che, anche affrontando ragazzi più grandi di lui, non andava mai sotto pressione, anzi, li affrontava con ancora più determinazione. Il ruolo del portiere, a mio parere, è molto rognoso e richiede grande forza mentale per non lasciarsi condizionare dalle emozioni, che possono giocare brutti scherzi. Riccardo, però, riesce a tenere tutto sotto controllo in ogni situazione.

La convocazione nella nazionale della Romania è stata un grande motivo di orgoglio per noi e, ovviamente, anche per lui, considerando che i giocatori vengono selezionati tra tantissimi ragazzi in tutto il mondo. Inizialmente, abbiamo vissuto questa novità con un po’ di ansia, come è normale che sia, ma rappresentare il proprio Paese dà una carica incredibile. Ogni volta che è stato convocato, abbiamo sempre cercato di raggiungerlo per vedere le partite dal vivo e vivere appieno questa esperienza. D’altronde, le partite della nazionale non sono così frequenti come quelle di campionato, quindi è sempre un’occasione speciale».

Riccardo sta bruciando le tappe: quali sono i consigli che gli date in questo momento del suo percorso di crescita?

«Dare consigli non è sempre facile, ma cerchiamo sempre di dirgli di essere sincero, educato con tutti e di affrontare ogni situazione con calma. Mi capita spesso di parlare con lui e dargli suggerimenti su come gestire le sconfitte, perché vorrebbe vincere ogni singola partita, ma sappiamo bene che non è sempre possibile.

Penso che il consiglio più importante che gli diamo sia di rimanere sereno e divertirsi il più possibile in quello che fa. Sono consigli semplici, ma credo siano fondamentali per aiutarlo a mantenere un percorso positivo, senza distrazioni dal calcio».

Uno sguardo al futuro: un 2007 già titolare in Primavera, è pronto a puntare alla NextGen? Il futuro di Riccardo sembra sempre più bianconero, quali obiettivi ha davanti?

«Per quanto riguarda il futuro, nonostante le presenze in Next Gen come secondo portiere, Riccardo ha sempre detto di voler puntare in alto, perché, come dice lui, non è l’età a fare la differenza, ma la voglia e l’impegno che si mettono in ciò che si ama. Il suo obiettivo per il prossimo anno è sicuramente quello di diventare titolare magari con la Next Gen e, perché no, ambire ancora più in alto.

Certamente non è facile, ma avvicinarsi al mondo della prima squadra sarebbe già un grande passo avanti e un’opportunità preziosa per migliorare le sue qualità.»

Si ringrazia Alion Cristian per la grande disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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