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·1. April 2025

Stadio Roma, Andrea De Angelis: “La Roma vuole chiudere il progetto entro il 20 giugno”

Artikelbild:Stadio Roma, Andrea De Angelis: “La Roma vuole chiudere il progetto entro il 20 giugno”

L’eterna diatriba per il futuro stadio a Pietralata sembra persistere, in seguito alla ricognizione faunistica e vegetazionale avvenuta nella giornata odierna. Anche se, dal Campidoglio e dalla società giallorossa arriva una rassicurazione: Non c’è alcun tipo di ritardo nelle attività previste”, spiegano, aggiungendo che “è in corso la pianificazione degli interventi per le indagini archeologiche”. In merito alla vicenda, il giornalista Andrea De Angelis sulle frequenze di Radio Romanista ha chiarito la situazione legata al nuovo stadio della Roma. Ecco le sue parole:

Ieri sera è arrivata la nota congiunta di Roma e Comune in cui si tranquillizzava sullo stato dell’Iter…


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“Ieri, nel pomeriggio, si è diffusa una voce che sostanzialmente prevedeva che il Comune per la prima volta avrebbe reso una è parte di Pietralata come area boschiva. I comitati su questo punto hanno spinto tanto, di non costruire in quell’area per la presenza del bosco. Il Comune ha sempre negato l’ipotesi, ma ieri per la prima volta il Comune ha fatto sapere alla Roma che un’area sarebbe preservata durante gli scavi archeologici, un’unica area su cui coordinarsi rispetto a tutte le altre. Il Comune e la Roma hanno poi diffuso questa nota in cui si dice che si sta definendo il calendario e che questo non produrrà alcun ritardo. Si è scelto di fare così per tranquillizzare, anche se in parte non è vero che non ci saranno ritardi. Si parlava di scavi archeologici e non sono ancora iniziati. La Roma prima del 19 marzo aveva confermato la volontà di presentare il progetto entro il mese di aprile ma verosimilmente non sarà così. Che poi questo ritardo non debba creare allarmi, è un altro discorso. A noi, la Roma, non ha mai voluto dare una data ufficiale per tanti mesi. Nelle ultime conversazioni, proprio oggi, l l’intenzione è di presentare il progetto definitivo entro la primavera. Tecnicamente la primavera finisce il 20 giugno… quindi entro il 20 giugno il club conta di riuscire a completare il progetto. È una mezza verità, non c’è un ritardo tecnicamente parlando ma è sicuramente un fastidio anche preventivabile. Se c’è un privato che sostiene che in quell’area ci sia un bosco e che presenta una denuncia alle autorità competenti, essendo la procura obbligata poi ad aprire un fascicolo, è stata aperta un’indagine. Se c’è un’indagine, da parte del Comune e della Roma stessa ci devono essere delle tutele maggiori prima di fare qualsiasi cosa. Il percorso lo conosciamo, è un percorso a zig zag e pieno di ostacoli”.

Ora inizia anche la psicosi sugli scavi, su quello che si potrà ritrovare…

“Sono cose da mettere in preventivo, ma mi sento di tranquillizzare tutti. A meno che non si trovi una mega necropoli nascosta, le tecnologie di oggi non sono quelle di anni fa, i reperti si potrebbero tutelare e conservare. Stesso discorso che dobbiamo fare per il famoso bosco. Un conto è verificare che ci sia, poi il passaggio successivo che dovrà fare la sovrintendenza è verificare il valore paesaggistico. Se si ritiene che ci siano piante particolarmente rare, bisognerà fare poi altre valutazioni. Se invece, come sembra, si tratterà solo di “verde”, andrà compensato. La Roma pensa di piantare 6.000 alberi, se invece comunicheranno al club che ne serviranno 8.000, ne pianteranno 8.000. Oggi sono iniziate valutazioni sulla fauna, queste valutazioni ci diranno come potrà muoversi la Roma e se è iniziata la fase di nidificazione dei tanti uccelli migratori. In quel caso, se ci fosse già una fase di nidificazione importante, la sovrintendenza potrebbe chiedere il posticipo degli scavi. Purtroppo si è colpevolmente sottovalutata questa procedura da dover portare a termine. La Roma poteva fare questi scavi da settembre, prima aveva chiesto una deroga, poi la deroga non è stata concessa e si è ridotta un po’ all’ultimo. Non è stato così semplice come qualcuno lo aveva raccontato non a noi, ma alla Roma”.

“Secondo i comitati, il Comune già sapeva del bosco e ha fatto finta di niente. Dunque la Procura dovrebbe indagare su questo, sull’esistenza del bosco e sull’eventuale conoscenza della Procura. Qualora ci fosse, verrebbe chiesto di tutelarlo dal punto di vista dell’impatto ambientale. Se ci dovesse essere un bosco di due ettari? Bisognerà vedere quante piante e alberi andranno tutelati e ripiantati. È comunque un costo per la Roma, che potrebbe far lievitare ulteriormente il costo di realizzazione. Sarebbe peggio – per il Comune – se la Procura dovesse certificare la conoscenza del bosco. Ma mi sento di escludere questa possibilità, anche i comitati per il no non hanno mai prodotto una carta che dimostri che quello sia veramente un bosco. Qualcuno dovrà deciderlo. Capisco che subentri l’ansia da ultimo miglio, io non vedo l’ora di vedere il progetto definitivo. Però parliamoci chiaro, si possono aspettare altri 2 mesi. Necessario sarà che si chiuda la conferenza dei servizi entro l’estate del 2026, si ha ancora la possibilità di arrivare a dama per quella data. Per ora se devo scommettere un euro sulla realizzazione o meno dello stadio, scommetterei sulla realizzazione dello stadio”.

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