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·12 March 2025
Caso Dorval-Vazquez, il retroscena di Gazzetta: “Stroppa nello spogliatoio del Bari per chiedere scusa”

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·12 March 2025
L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha dedicato un doveroso approfondimento sulla maxi-squalifica da dieci giornate inflitta nelle scorse ore ai danni di Franco Vazquez dopo gli insulti razzisti proferito dal Mudo nei confronti di Mehdi Dorval, a margine dell’ultimo Bari-Cremonese. Nel mezzo, anche un retroscena inerente a Giovanni Stroppa. Ecco quanto ripreso dai colleghi di CalcioCremonese.it:
“Non è razzismo, è solo ignoranza“. Ma se un insulto prende di mira il colore della pelle, la questione è chiara: è razzismo, senza se e senza ma. Il calcio, specchio della società, continua a essere teatro di episodi inaccettabili. A Rovigo, una squadra di Prima Categoria ha lasciato il campo per protesta contro insulti discriminatori. A Rimini, una madre ha chiamato “scimmia” una giovane calciatrice avversaria. Un vero bollettino di guerra, che rende indispensabile una risposta ferma e immediata.
Le sanzioni severe non sono solo un atto punitivo, ma un segnale per l’intero sistema. In un momento storico in cui l’accoglienza e l’integrazione sono spesso messe in discussione, la visibilità delle punizioni nel calcio professionistico aiuta anche chi vive episodi simili lontano dai riflettori: dal lavoratore insultato per la sua origine al bambino discriminato a scuola. La Cremonese, club con una forte tradizione di valori educativi, si è subito attivata: il tecnico Giovanni Stroppa si è recato personalmente nello spogliatoio del Bari per scusarsi. Un gesto importante, ma non sufficiente a risolvere un problema radicato. La vera svolta si avrà quando un giocatore denuncerà un compagno di squadra per un insulto razzista, senza paura delle conseguenze. Ma ogni passo avanti, come l’ammissione dell’errore e la punizione di chi si rende protagonista di episodi discriminatori, è un segnale di progresso. Il calcio ha il dovere di essere intransigente, perché solo così può davvero contribuire a cambiare la mentalità della società”.
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