Lazionews24
·9 January 2025
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Venerdì la Lazio torna in campo contro il Como in cerca dei tre punti, ma anche per dimenticare l’amarezza e la delusione del derby di domenica, che è ancora una ferita aperta per la squadra biancoceleste. Ma quali sono stati gli errori principali? Che partita sarà la prossima con i lombardi? A questi quesiti e non solo ha risposto, a Lazionews24 in esclusiva, il giornalista Riccardo Cucchi.
Il derby di domenica per la Lazio è andato male sotto tutti i punti di vista, sia tattici che di approccio, ma cos’è che rimproveri principalmente alla squadra e a Baroni? Questa squadra, alla luce delle sconfitte nel derby e con l’Inter, non è pronta per giocare con le grandi? E che differenza c’è tra le due sfide?
«La cosa che rimprovero principalmente alla squadra è il modo in cui è entrata in campo e si è approcciata al derby, perchè partite di quel genere non si giocano assolutamente in quel modo, specialmente nei primi 20 minuti iniziali in cui la Roma ha preso poi le redini della sfida e dove tra l’altro ha realizzato i due gol che hanno deciso il match. C’è da dire questo però, che bisogna fare i complimenti a Ranieri per il modo in cui ha preparato la squadra giallorossa a una gara cosi delicata come la stracittadina. E l’aver vinto cinque derby su cinque non è assolutamente una casualità. Le partite perse con Roma e Inter? Sono completamente differenti, perchè i nerazzurri nonostante la sconfitta con il Milan li reputo la rosa più forte del campionato, la Roma non ha lo stesso organico della squadra meneghina. Sono due sconfitte giuste ma non farei un dramma, visto che la squadra biancoceleste ha un organico nuovo, giovane, che sta nascendo e che farà molto bene e darà soddisfazioni».
In cos’altro secondo te Ranieri è stato più bravo di Baroni e in quale zona principale del campo la Roma è stata brava più dei biancocelesti? La partita di domenica è stata la conferma che i derby si preparano da soli?
«Ranieri, il fatto che abbia vinto cinque derby consecutivi, non è assolutamente un caso e domenica sera lo ha dimostrato. Per Baroni la pecca è stata il fatto che questa è stata per lui la prima stracittadina, come anche per tanti calciatori biancocelesti. Il tecnico giallorosso inoltre ha avuto la meglio anche dal punto di vista tattico, perchè la Roma durante la partita ha dimostrato di essere una squadra chiusa e compatta e che ha saputo sfruttare le sue occasioni bene e ha saputo dare una lettura netta alla gara. I derby si preparano da soli? Beh no. assolutamente no, sono sfide che si devono preparare al meglio perchè non c’è mai nulla di scontato e non sempre la squadra più forte alla vigilia prevale sulla rivale. E alla vigilia ad essere la favorita era la Lazio».
Secondo te quale è stato il suo primo pensiero al fischio finale, considerando l’andamento della partita, e cosa lascia a lui e alla squadra a livello morale questa sconfitta? Quale consapevolezza?
«Beh, sicuramente grande rammarico perchè ci tengo a sottolineare e a ricordare che l’inizio è stato sbagliato, ma la Lazio nel secondo tempo ha affrontato la partita molto meglio. E quindi c’è amarezza sicuramente nella testa e nei pensieri del mister e della squadra specialmente per i primi minuti. Della partita un altra cosa che mi è piaciuta è stato il saluto finale tra Ranieri e Baroni e il rispetto che hanno avuto entrambi l’uno verso l’altro, nonostante l’adrenalina finale del derby, in cui Ranieri ha detto al tecnico biancoceleste “mi dispiace per ciò che è accaduto”. Il tecnico testaccino ha avuto dalla sua parte la fortuna di aver l’esperienza di come si gestiscono partite così delicate avendo allenato tante big, ma sicuramente questa sfida ha insegnato molto anche a Baroni. Ne sono sicuro».
Quale calciatore ti ha deluso maggiormente da cui ti aspettavi invece potesse avere un approccio diverso e da chi ti aspettavi maggiore leadership?
«Io non metterei in croce nessun calciatore in particolare, anche perchè ripeto, il secondo tempo la squadra ha giocato veramente bene. Non è assolutamente da dimenticare e sottovalutare che Svilar ha salvato in diverse circostanze la porta della Roma. La forza della Lazio in questi mesi è stata il fatto che non c’è un leader, ma è una squadra collettiva con un gruppo ampio e uguale in cui tutti hanno dato il loro contributo per la crescita di questo gruppo».
La Lazio, come nomi per il calciomercato, sta lavorando in particolare su Belahyane, Casadei nonostante su di lui ci sia anche il Napoli, e Fazzini. Ti chiedo, secondo te sono tre innesti adatti per lo scacchiere di Baroni e chi insidierebbero dei titolari? Per Fazzini e Casadei l’opportunità Lazio può essere anche una ghiotta vetrina per la Nazionale?
«Gli eventuali arrivi di questi calciatori, ma anche di altri nomi che il club ha in mente, non incideranno sui titolari perchè Baroni, e io lo so benissimo avendolo seguito molto professionalmente, è un tecnico che basa molto il suo lavoro sul gruppo e sulla coesione e non ha un undici titolare fisso. Quindi i nuovi innesti non saranno un’insidia ma un arricchimento, visto anche i tanti impegni che le aquile dovranno affrontare. Io sono sincero, non so cosa otterrà da questo mercato invernale la Lazio, ma se dovessi andare nello specifico Fazzini ad esempio è una pedina forte nell’eventuale scacchiere di Baroni. Mentre Belahyane e Casadei sono calciatori che bisogna vederli per poter dare un giudizio. Il loro eventuale arrivo alla Lazio è una vetrina per la Nazionale? Assolutamente si, anche perchè Spalletti osserva sempre i giovani talenti e Fazzini e Casadei sono calciatori interessanti. Ma giocare in squadre come quella biancoceleste sono anche uno stimolo per la carriera personale di questi due ragazzi».
L’obiettivo di questa stagione della Lazio si può definire realisticamente nel ritorno in Champions o può sperare anche in qualcosa di più?
«Beh certamente, se l’asticella si dovesse alzare e la Lazio potesse avere la chance di puntare ad un obiettivo più alto, ne sarei ben felice. Anche perchè sarebbe emozionante, visto che a Maggio si festeggiano i 25 anni dello scudetto del 2000, che ricordo molto bene visto che in cronaca decretai la Lazio campione, che un altro cronista possa ripetere una scena simile. I biancocelesti devono guardare principalmente alla Champions, i sogni è giusto coltivarli e maturarli, ma è anche vero che bisogna guardare in faccia alla realtà. E poi tornare nella coppa nobile è comunque un’ambizione di grande prestigio».
Alla luce della vittoria del Milan contro l’Inter, l’opinione sportiva sottolinea che questo successo possa rilanciare i rossoneri nella corsa Champions. Sei d’accordo anche tu o ritieni ci siano altre rivali che possano mettere in difficoltà la Lazio?
«Non ritengo ci sia solo il Milan a poter competere per un posto Champions, ma anche la Juventus. Ed entrambe le due compagini non staranno a guardare, ma anche la Fiorentina di Palladino sarà un avversario da non sottovalutare. Per quanto riguarda i rossoneri e i bianconeri, entrambe possono trarre vantaggio da due situazioni: Conceicao, che per me è un ottimo allenatore, e per la squadra di Motta il fatto che ancora oggi in Italia è imbattuta e questo in un torneo è importante».
Manca un anno al Mondiale 2026, alla luce dei risultati ottenuti per te la Nazionale di Spalletti è pronta per l’eventuale competizione, e quali calciatori potrebbero sbocciare giovani in questa annata che manca alla kermesse calcistica?
«L’obiettivo principale sarà qualificarci per cominciare, ma certamente ora come ora l’Italia non è nella top 5 delle squadre più forti. Spalletti sicuramente sta facendo un ottimo lavoro per far crescere e migliorare il gruppo, ma come dico sempre, in questa nazionale da molti anni manca la qualità. Non ci sono più calciatori di classe come Del Piero o Totti per dirne alcuni. Nella Lazio il ct ha una vasta scelta di giocatori da selezionare, basti pensare al fatto che ha dato fiducia a Rovella per esempio, che ha sfruttato bene l’occasione. Ma manca, ripeto, la qualità per risultare questa squadra una Nazionale forte».
Venerdì la Lazio torna in campo per la sfida con il Como, che partita ti aspetti tatticamente e di approccio? Temi che la sconfitta nel derby possa lasciare delle scorie per la sfida con i lombardi?
«Beh sicuramente le scorie le ha lasciate ai tifosi, che difficilmente digeriranno la sconfitta di domenica subito. Mi auguro che invece la Lazio possa reagire contro il Como, che per il modo di giocare che ha la squadra di Fabregas può agevolare i biancocelesti. I lombardi, visto il credo calcistico dello spagnolo, sono una squadra che attacca e non si chiude e le aquile invece molto spesso hanno sofferto tanto le squadre così. Mi aspetto una buona partita da Rovella, Guendouzi e anche Nuno Tavares. Dispiace che Castellanos non ci sarà vista la squalifica, ma mi auguro che l’attacco sia comunque produttivo».
Cosa ti auguri per la Lazio da venerdì fino a fine stagione?
«Che torni ad emozionare come ad inizio stagione, dove lo ha fatto veramente molto molto bene. E’ sempre stata, ogni partita, affrontata sul pezzo e non si è mai arresa e mi auguro che torni a succedere questo, perchè se lo merita il club ma anche i tifosi».
Si ringrazia Riccardo Cucchi per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista.