Juventusnews24
·21 January 2025
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La vittoria contro il Milan fa tornare entusiasmo in casa Juve in vista di una settimana che vedrà i bianconeri impegnati su due fronti: Champions, con la trasferta di Brugge, e campionato con la sfida al Napoli. Nel mezzo anche il mercato, che non si ferma mai. Di questo ha parlato, in esclusiva per Juventusnews24, il noto dirigente Pietro Lo Monaco.
La Juve batte il Milan con una prestazione convincente. Questa gara può rappresentare un punto di svolta?
«La Juve il Milan lo ha battuto bene, ha giocato una partita di sostanza e bisogna dare i giusti meriti. Ma è innegabile che la squadra di Thiago Motta debba fare anche altro, alla luce dell’avere in rosa giocatori come Vlahovic che hanno disatteso le aspettative fin qui. Non ha tento fede al rapporto investimento-resa».
Qual è il suo bilancio su questi primi mesi di Thiago Motta?
«La Juve è un progetto in ritardo ma che partirà presto. Thiago Motta ha l’unica squadra imbattuta del campionato e questo non è poco, poi le aspettative sul gioco frizzante sono giustamente da Juve. Ma non dimenticate che è anche una rosa profondamente cambiata, dove i dirigenti hanno inciso facendo investimenti corposi da oltre 100 milioni. Ci vuole tempo quando si cambia tanto».
Quale deve essere l’obiettivo stagionale?
«La Juve ha fatto tanti pareggi, ma le sarebbero bastate due o tre vittorie in più per stare in una posizione più consona. Se fanno le giuste mosse a gennaio non sarei tanto pessimista rispetto a una squadra in costruzione, diverso è se la guardi mettendo sulla bilancia il blasone. Se la guardi sotto quell’aspetto la Juve è indietro. Per lo Scudetto penso ormai sia tardi, ma il quarto posto sicuramente deve essere un obiettivo. Credo sia alla portata».
Capitolo mercato: rinuncerebbe a uno come Cambiaso a stagione in corso anche per offerte importanti?
«Se le valutazioni sono quelle che sento me lo caricherei sulle spalle e glielo porterei io in Inghilterra. Cambiaso è un buon giocatore, ma 65 milioni sono un colpo della madonna. Poi però puoi anche fare un’operazione simile, ma devi avere un’alternativa. La mia domanda è: la Juve ce l’ha? Giuntoli penso abbia le carte giuste in mano e se le giocherà con il giusto criterio».
Cosa ne pensa del colpo Kolo Muani? E’ un profilo che la convince?
«Non è male il francese, ma quando tu sei costretto ad agire a gennaio, in un mercato da sempre chiamato “di riparazione”, dimostri di avere delle mancanze che non hai colmato prima. Chi ha i giocatori buoni se li tiene, nessuno si leva quelli importanti per darli a te a stagione in corso. E allora punti su chi ha poco spazio, su chi ti tampona un’esigenza immediata nella speranza di poterlo rilanciare».
Quale nome la convince maggiormente, invece, tra quelli circolati per la difesa?
«La defezione di Bremer è stata importante, ha influito molto anche nel rendimento della Juve e ora bisogna prendere un sostituto adatto. Ho sentito di Tomori, ma il Milan è disposto a levarselo per darlo alla Juve? Mi pare difficile, ma ripeto che, alla luce dei movimenti fatti, io penso che Giuntoli questa esigenza la conosca e non si farà trovare impreparato».
Si parla tanto anche del futuro di Dusan Vlahovic: come lo sostituirebbe in caso di partenza?
«Una volta preso Kolo Muani servirebbe una soluzione di quelle giuste, nella speranza che Vlahovic si ricicli altrove e che prenda aria anche il bilancio. Punterei quindi su un usato sicuro alle spalle del francese. Faccio un nome stupido e dico Icardi, uno abittuato a metterla dentro in qualsiasi condizione».
Tornando alla lotta Scudetto, secondo lei è ormai un discorso tra due squadre?
«Fino allo scontro di domenica scorsa pesavo fosse una lotta a tre. L’Atalanta si era imposta in maniera prepotente, mi sembrava avesse un ruolino totalmente diverso, ma alla fine è una lotta a due tra Napoli e Inter. Sono le squadre più solide e massicce, con maggiore personalità dell’intero campionato».
Capitolo Nazionale: dopo il flop di Euro 2024 Spalletti ha ritrovato la strada giusta? Possiamo guardare con fiducia al futuro?
«Secondo me, viste le ultime esibizioni, ma soprattutto per il tipo di svolta data, sì. Spalletti è uno dei tecnici più preparati in Italia e sono certo sia anche l’allenatore giusto per la Nazionale. Deve lavorare sul patrimonio a disposizione, poi sono convinto rimetterà la macchina sulla giusta direzione. Guardiamo in avanti con grande fiducia».
Si ringrazia Pietro Lo Monaco per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista