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·7 January 2025
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Bruno Longhi ha offerto il suo punto di vista in merito alla rimonta subita dall’Inter nella finale di Supercoppa Italiana contro il Milan. Questa la sua chiave di lettura del match.
IL RAGIONAMENTO – Bruno Longhi ha indicato la sua visione sulla finale di Supercoppa Italiana persa dall’Inter contro il Milan per 2-3. Il giornalista, con un post pubblicato sul suo account X, ha sottolineato come la differenza tra i titolari e i sostituti abbia avuto un certo peso nel risultato finale: «C’è un errore di base quando si giudica l’Inter e si tenta di spiegarne le (rare) sconfitte. Si pensa che abbia la rosa più completa, ed è vero. E che la squadra sia la più forte, ma lo è solo quando la sua cifra tecnica non viene impoverita dai cambi. Se andate a rivedere gli 11 che erano in campo nei finali delle partite con la Juventus (4-4), Leverkusen (0-1) e nella Supercoppa col Milan (2-3), ve ne renderete conto».
IL PENSIERO – Longhi ha poi proseguito il suo ragionamento ribadendo perché l’Inter possa perdere pur essendo in possesso della “rosa più forte”: «Perché Asllani non è Calhanoglu. Taremi non è Thuram. Frattesi non è Barella. Zielinski non è Mkhitaryan. Carlos Augusto non è Dimarco, e così via. I calciatori non sono tutti uguali e non incidono alla stessa maniera. Considerazione banale, ma talvolta necessaria per spiegare il motivo per cui la stessa squadra non è sempre la stessa squadra. E può anche perdere o non vincere contro avversari ritenuti inferiori».