Calcionews24
·8 January 2025
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Senad Lulic ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali della Lazio in vista dei 125 anni dei biancocelesti. Di seguito le sue parole.
PAROLE – Non sono chiacchierone, faccio poche interviste, non mi piacciono e non mi piacevano ma ogni tanto ci serve. Come il compleanno della Lazio, per questo sono venuto. La Lazio cosa è stata per me? C’è anche altro oltre quel gol del 26 maggio, quello mi ha aiutato a star meglio ma sono stato 10 anni a Roma e li ho vissuti con dei bellissimi ricordi, un’esperienza bellissima. Mi sento anche oggi come se fosse stato ieri, sempre bello tornare. In quei 5 secondi da quando ho visto il pallone cosa ho pensato? Sono passati molti anni, in quel momento non sentivo importanza del derby, sì, ma se questo derby lo avessi giocato il mio 6-7 anno lo avrei sentito maggiormente, ero da poco lì. L’importanza del derby l’ho capito più avanti
ARRIVO ALLA LAZIO – Ho fatto 371 partite con la Lazio (ride, ndr). Arrivata questa proposta della Lazio, con i miei agenti, è venuto una volta Igli a vedermi, si sono convinti che fossi quello che cercavano. Una trattativa molto veloce che si conclude velocissima
CENTROCAMPISTA – Alla Lazio ho fatto tutto tranne difensore centrale e portiere, il calcio è cambiato, cambi sistema, allenatori. Potevo giocare in diversi ruoli, anche grazie ai diversi allenatori che ho avuto
ESALTATO – Avevo compagni bravi, ero tra i più giovani appena arrivato. Reja è stato come un padre, Petkovic c’è un legame speciale, con Pioli mi sono trovato benissimo, poi Inzaghi. Da ognuno ho imparato moltissimo e mi tiravano ognuno a dare il massimo
CALCIATORE IDEALE TRA EX COMPAGNI – Potrei dire tutti, però ci sono sempre quelli intelligenti, più veloci. È difficile dirlo, Klose, Hernanes, Cana, Marchetti. Klose freddo? Miro lo devi conoscere, se lo conosci non lo è come dici tu. Era una via di mezzo ma non rigido, sicuramente non come Radu (ride, ndr)
RADU – L’unica cosa che gli è rimasta è fare il tifoso della Lazio. È normale che si sia legato, è rimasto a Roma ha qui la famiglia, dopo tanti anni alla Lazio. Lui va sempre in tribuna, è bella come cosa. Per me che non vivo a Roma è difficile ma per lui ora è la normalità. È sempre stato un matto, anche quando giocava. Il derby? Era uno che lo sentiva di più, anche io lo sentivo, ma prima arrivi e poi diventi un giocatore. Più gli anni passano poi diventi un tifoso
IMMOBILE – Io sono stato capitano, poi Parolo e poi Immobile. Non è che decidiamo noi che andiamo via. Sono scelte che fanno l’allenatore e la società. Quando c’ero io mi dava una mano anche lui come Parolo, Leiva. Il capitano non è solo chi porta la fascia la domenica, sono tanti
FASCIA – Un orgoglio, una responsabilità enorme, per tutti, società, tifosi. Non era semplice, c’era pressione. Quando si perde è lì che si vedono i capitani. Io non mi sono mai vantato, quando scendi con la fascia c’è responsabilità ma anche quando non ce l’avevi. Se potevo non esserci il 26? Io sono venuto per rispetto dei tifosi e la società. È una cosa che quando si fa bisogna sempre essere presenti. È stato bellissimo ritrovare tutti
EPISODIO OLTRE 26 MAGGIO – Sono tanti, sono nati i figli miei a Roma, torno sempre qui volentieri a Roma, anche avere tanti amici qui fa molto. Romanisti? Non mi parlano, non ho mai avuto problemi, mi trattano in maniera corretta, rispettosa, non ho nessun problema con nessuno. Le partite della Lazio le guardo volentieri grande campionato, corre più Tavares? È un bel cavallo, spero che rimanga a lungo. Faccio tantissimi auguri alla società, ai tifosi per i 125 anni, sono anni incredibili, sono orgoglioso si aver fatto 10 anni i questi. Auguro il meglio a tutti