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·28 March 2025

Spalti semivuoti per Sassuolo-Reggiana, sindaco Cosenza vs Guarascio, Torregrossa e l’addio al Pisa: le news del venerdì di Serie B

Article image:Spalti semivuoti per Sassuolo-Reggiana, sindaco Cosenza vs Guarascio, Torregrossa e l’addio al Pisa: le news del venerdì di Serie B

La Serie B è, numeri e spettacolo alla mano, probabilmente il campionato più difficile e complesso d’Europa. Ormai da anni la cadetteria vede le squadre partecipanti darsi battaglia sino alla fine con le diverse classifiche che tendono ad essere incerte sino alla chiusura. Oltre ai fatti di campo, però, la Serie B si contraddistingue anche per quelli che accadono al di fuori del rettangolo verde. Aneddoti, polemiche, statistiche, dichiarazioni e tutto ciò che un campionato così ricco può offrire. Di seguito, dunque, le news di Serie B più rilevanti di giornata.

Serie B, le news di giornata

Spalti semivuoti per Sassuolo-Reggiana

Un derby, quello tra Sassuolo e Reggiana, che sta suscitando polemiche, proteste ed insoddisfazioni da parte dei gruppi organizzati delle due tifoserie.


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Non ci saranno gruppi organizzati durante Sassuolo-Reggiana: il motivo

Gli ultras della Reggiana, come noto, hanno invitato a disertare la trasferta in segno di protesta e questo appello, nei fatti, è andato a segno. Come riporta Il Resto del Carlino, infatti, al momento sono meno di 30 i biglietti venduti per il settore ospiti dello stadio di Reggio Emilia.

Sindaco Cosenza vs Guarascio

Non si placano le tensioni e le polemiche in casa Cosenza, in una situazione molto complessa a livello ambientale così come dal punto di vista sportivo. La chiusura di alcuni settori dello stadio in vista della sfida al Pisa ha scatenato la reazione di Franz Caruso, sindaco di Cosenza. Di seguito la nota riportata da tifocosenza.it.

Apprendo con viva sorpresa che la società del Cosenza Calcio ha comunicato per l’incontro di domani allo stadio San Vito-Marulla, tra le squadre del Cosenza e del Pisa, l’indisponibilità dei settori Tribuna B e Tribuna “Rao” per l’effettuazione di lavori, disponendo il contestuale spostamento degli abbonati, rispettivamente, nei settori di Tribuna A e Tribuna Rossa Sud. La società del Cosenza calcio ha dichiarato l’indisponibilità di alcuni settori dello Stadio San Vito-Marulla senza interpellarci e senza metterci preventivamente al corrente dell’intenzione di procedere alla chiusura della Tribuna B e della Tribuna “Rao” per l’effettuazione di alcuni lavori. Fino a prova contraria – puntualizza Franz Caruso – il Comune resta proprietario dello Stadio e, in quanto tale, avrebbe dovuto essere avvertito per primo e non nel contesto della riunione del GOS (Gruppo Operativo Sicurezza) tenutasi ieri. La società sportiva sta, negli ultimi tempi, venendo meno anche ai più elementari principi del garbo istituzionale, oltre a disattendere la convenzione che regola la concessione per 5 anni dello stadio San Vito-Marulla. Ad oggi, a più di un anno dalla riapertura della Tribuna Rao, il 3 marzo 2024, in occasione del derby, disputato al San Vito-Marulla con il Catanzaro, nella stagione 2023/2024,  non mi pare che i lavori cui avrebbe dovuto procedere il Cosenza calcio siano stati completati. Tanto più ci meraviglia il fatto che si sia attesa una partita così importante per i colori rossoblù, come quella contro il Pisa, per decidere autonomamente di chiudere la Tribuna B e la Rao, per l’effettuazione di lavori. Riteniamo che sia questo l’ennesimo sgarbo al Comune, ma soprattutto alla tifoseria che, in una partita delicatissima per tentare la disperata impresa della salvezza, viene privata della possibilità di far sentire la vicinanza alla squadra da quelle che sono le abituali postazioni dalle quali arriva ai giocatori in campo l’imprenscindibile sostegno ai colori del Cosenza”.

Torregrossa e l’addio al Pisa

Ernesto Torregrossa, attaccante della Carrarese e tra i migliori calciatori dell’ultimo decennio in Serie B, è intervenuto in diretta su Instagram sul canale di Pianeta Serie B. Di seguito la chiacchierata.

Calabro vi ha fatto sudare. Cosa hai visto in lui alla sua prima esperienza in Serie B che non hai visto in altri allenatori?

Il mister ha fatto un’impressione buonissima, non mi aspettavo fosse così preparato tatticamente e fisicamente, perchè lavora con il prof. che è molto bravo. Ne sa, si vede che si interessa molto ai dati fisici. Mi piace molto che lavoriamo tanto su grossi volumi ma quasi sempre sulla palla. In questo modo si fa fatica però ci si diverte.”

Vedendo la classifica, la Serie B sta presentando uno scenario folle. Voi siete a metà classifica a tre punti dalla retrocessione diretta. Dall’alto della tua esperienza questa situazione labile condiziona i giocatori?

La Serie B lo diciamo ogni anno. È il decimo anno che faccio in Serie B e ripetiamo sempre che con tre punti in più si può arrivare alla promozione e con tre punti in meno si rischia la retrocessione. Siamo nella fase di campionato dove il punto singolo fa la differenza. Noi cerchiamo di pensare solo al campo come vuole il mister. Sappiamo di essere partiti da sfavoriti, anche se a inizio anno non c’erpo ma ora i ragazzi stanno dimostrando di poter lottare fino alla fine. Non c’è altro modo.”

Dieci giorni fa c’è stato un paregggio in extremis con un colpo di classe senza tempo. Quali sono i cinque gol della tua carriera a cui sei più legato per la loro bellezza?

Non è facile. In Crotone-Cittadella, quando ho segnato da fondo campo come Bobo Vieri in Spagna. Allora i social non erano così forti, con TikTok avrebbe avuto più risalto. Contro il Parma con il Brescia quando ho fatto doppietta: ho stoppato la palla di petto e di controbalzo da fuori area l’ho mandata all’incrocio sotto la curva. Quello con la Salernitana che all’epoca ha girato di più sui social, poi il gol di testa al debutto in Serie A con la Sampdoria contro l’Udinese: ne ho fatti di testa, ma quello mi piace perchè cerco di capire dove la volesse mettere Augello e la vado a cercare, all’esordio nella cornice di Marassi. Poi mettiamo anche l’ultimo, così siamo a cinque.”

Una domanda sulla tua esperienza a Pisa: negli anni in cui ci hai vissuto c’è qualche rammarico, l’amarezza di non aver trovato continuità da un punto di vista fisico? Si poteva fare di più? Che giudizio dai alla tua esperienza toscana?

Rammarico c’è, perchè mi sono legato a Pisa e al Pisa fin da subito. Arrivavo dalla Sampdoria e non stavo bene fisicamente, lì mi hanno preso e dato fiducia fin da subito, e io nei primi mesi penso di averla anche ricambiata con 8 gol in 20 partite. Abbiamo perso la finale, ma il calcio è così. Penso che sia stato comunque un mattone per la crescita del Pisa, perchè dopo abbiamo avuto due anni non proprio belli, ma per me le squadre ci sono sempre state, sono sempre state forti. Il calcio non è matematica, ci vogliono gli ingranaggi giusti, cosa che hanno trovato con Inzaghi quest’anno e infatti stanno facendo un grande campionato.”

Per te poteva essere una degna chiusura con il Pisa?

“Sicuramente, sono andato via con un pezzettino di quello che mi mancava. Quando hanno preso Inzaghi ho capito che poteva essere l’allenatore giusto per quella piazza. Mi è dispiaciuto essermene andato, ma nel calcio, come la vita, va così, non ce l’ho con nessuno, sono scelte che rispetto, anche se il modo non mi è piaciuto molto. Purtroppo è andata in questo modo, ma pazienza. Rimango sempre legato alla piazza e alla tifoseria. Non lo dico, ma meritano tanto“.

“Ernesto, mancino non adatto agli analfabeti del calcio”. In che fase credi di essere nella tua carriera e quale punto di svolta ti ha condizionato la carriera?

Mi sento in forte ripresa, perchè ho attraversato un periodo in cui non mi sentivo più forte, più sicuro del mio corpo e delle mie potenzialità fisiche. Da quando sono arrivato qua sto trovando con i lavori giusti quanto mi mancava. non mi pongo limiti u quello che posso fare e che posso dare alla squadra. Sono sicuramente diverso da quello che ero a vent’anni nel bene e nel male. Punti di svolta positivi ne ho avuti, penso ai 15 gol in C a Lumezzane, quando sono andato a Brescia dal Verona a gennaio invece che a fine anno, il salto in Serie A, perchè ti cambia la vita. Di negativo la scelta alla Sampdoria di accelerare i tempi quando non stavo bene per essere a disposizioni anche con problemi che ne hanno creati altri. Mi assumo io le responsabilità, forse per troppa generosità o perchè mi sentivo in debito con la società. Non si devono accelerare mai i tempi, per non creare problemi più grandi“.

Del tuo periodo a Brescia ci si ricorda di Tonali e Corini, che dopo le Rondinelle si è arenato. Ti aspettavi una carriera diversa per l’allenatore con cui hai segnato di più in Serie B in una singola stagione? E poi un commento su Tonali

Per quanto riguarda Corini mi ha sorpreso il fatto che non abbia vinto altri campionati. Quando è arrivato dopo due giornate nessuno avrebbe messo un euro sul Brescia primo in classifica a fine anno. Ci ha dato tanto A livello di campo e a livello mentale. Faceva riunioni singole con i giocatori, mi ha preso e mi ha detto: ‘Ernesto, non se più il ragazzino della situazione, ora sei un giocatore importante e devi fare quello che fa un giocatore importante.’ Racconto un aneddoto analogo con il presidente del Lumezzane: sono arrivato a Lumezzane da Como e faccio solo un gol, l’hanno dopo mi richiamano; arriva il presidente e dice di andare ad assistere alla conferenza stampa dove afferma: ‘Abbiamo preso molti nuovi giocatori, ma l’acquisto più importante è stato il ritorno di Torregrossa’. Questa cosa qua, come quello che ha fatto Corini, sono cose che mi creano un qualcosa dentro che mi ha spinto a dare di più e a tirare fuori cose che non credevo di potere dare.

A livello anagrafico sei già al punto in cui racconti queste cose ai più giovani o non sei un tutor che elargisce aneddoti?

Un po’ temo di fare il boomer della situazione, poi se ci sono aneddoti divertenti lo faccio. Ai ragazzi non interessa, pensano alla loro carriera. Qualcosa che ho già vissuto li può aiutare sono il primo a dare il mio appoggio, poi sta a lui prenderlo o no.

Per quanto riguarda Tonali…

‘Sandrino’ sta dimostrando nel campionato più importante del mondo che è un giocatore vero, lo ha dimostrato con noi in Serie B e in Serie A, quando era la prima esperienza per tutti. Al Milan ha fatto difficoltà perchè veniva da un’annata fisicamente difficile, poi si è ripreso e ha tritato tutti.

A Brescia ti sei incrociato con Balotelli, puoi fare una top 5 dei giocatori più forti con cui hai giocato?

Quagliarella è sempre stato forte, uno che calcia in quel modo prendendo sempre la porta non ha concorrenza, Rondon della Nazionale venezuelana, Tonali, Andrea Caracciolo è un giocatore straordinario che poteva fare vent’anni di Serie A, e Candreva, per me un giocatore forte e sottovalutatissimo. Mi sembra si quello che ha fatto più assist in Serie A, c’è un motivo, si vede dal modo in cui tratta la palla e in cui corre. Ne ho avuti anche molti altri, come Gabbiadini Adrien Silva.

Hai citato la capacità di prendere la porta di Quagliarella. Hai imparato qualcosa da lui?

Magari, loro non l’hanno imparato. Nella Primavera dell’Udinese c’erano Di Natale e Sanchez, ma da loro non si impara niente se non movimenti o l’attitudine. Prendere la porta da trenta metri si impara solo mettendocisi. Quello che si impara nei primi anni rimane più a lungo nella vita, come quando da bambini si giocava dieci ore al giorno dopo scuola e nei fine settimana.

E invece di Balotelli?

Le qualità di Mario lo portano a saper fare in fase offensiva qualsiasi cosa. Purtroppo avrebbe potuto dare di più, ma complessivamente ha dato. Non è che ha giocato nella Sancataldese, la squadra del mio paese, la sua carriera l’ha fatta. C’è chi fa di più e chi fa di meno, lui ha dimostrato di essere importante. Nel calcio ci sono troppi fattori che condizionano una carriera e la possibilità di raggiungere certe categorie. Si dice che la fortuna del giocatore è l’allenatore e ci sono molti esempi di ciò. Vale anche per gli infortuni: quello che gira intorno può aiutare o può affossare.

Il Venezuela si sta giocando i Mondiali, tu sogni un ritorno in Nazionale?

Io giocavo con Chancellor a Brescia e da lì è venuto l’allenatore a vedere gli allenamenti e io avevo il doppio passaporto. Mi hanno proposto di raggiungerli, ma io pensavo di poter ambire all’Italia, anche perchè sono nato qui. Tutto questo corteggiamento mi ha convinto e mi ha spinto ad andare. Faccio due gol nelle prime due partite, poi sono stato convocato altre tre volte, mentre in altre occasioni mi ero infortunato, per arrivare infine a perdere il treno. Ora c’è un gruppo che si gioca i Mondiali e io sono contento perchè sono come compagni di squadra. Se mi chiamassero partirei all’istante. Rappresenti un paese intero con ragazzi con esperienze di vita difficile ma che vogliono emergere.”

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