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·29 January 2025
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Wojciech Szczesny, ex portiere della Juve, passato al Barcellona dopo il ritiro provvisorio, questa sera affronta l’Atalanta nell’ultima giornata del girone unico di Champions League. Di seguito le sue parole sulla partita di questa sera, sui bianconeri, sul ritiro e ritorno in campo e poi sulle differenze tra calcio italiano e spagnolo.
RETROSCENA BARCELLONA – «Il 21 settembre vado a Zurigo a intervistare Arsene Wenger per un documentario sulla mia carriera. Mi dice: “Sono sicuro che torni a giocare”. Io rido. Torno a Marbella e mio figlio mi chiede di vedere il Barça, che gioca col Villarreal. Ho guardato il mio destino. Ter Stegen si fa male, a fine partita dallo spogliatoio mi chiama Robert (Lewandowski, ndr). Ho sentito che era un’opportunità troppo entusiasmante per rifiutarla. Sono venuto qui senza l’aspettativa di giocare».
DALLA DIFESA IN AREA DI ALLEGRI A DOVER GRIDARE AI DIFENSORI A 40 METRI – «E non mi sentono! (ride ndr.) Lo stile di gioco è completamente diverso. Con esperienza e intelligenza cerchi di capire dove stare e come muoverti ed è impossibile farlo senza errori».
ATALANTA – «Uno dei progetti più belli d’Europa. Gasperini ha grandi meriti: la squadra ha le idee chiare, fa crescere tanto i giocatori e ha uno stile di gioco molto aggressivo. Non sei mai contento di giocare contro l’Atalanta».
POSSONO VINCERE LO SCUDETTO – «Si. Ormai sono rimaste in 3: il Napoli, poi Inter e Atalanta. L’Inter resta la squadra con più qualità ed esperienza».
CHI VINCE LA CHAMPIONS – «Conto sul Barcellona. Il Liverpool sta facendo cose incredibili, ci sono Real Madrid e Manchester City. Spero ci sia anche la Juventus. L’Inter è molto forte. Bisogna vedere il sorteggio nei quarti. Questo formato mi piace bisogna capire come gestirlo».
JUVE DI THIAGO MOTTA – «Il progetto mi piace, però è chiaro che quando cambi tutto guardando al futuro finisci con il sacrificare i risultati della prima stagione. Mi piace molto l’idea di calcio di Thiago Motta e come sta giocando, poi è chiaro che c’è stato qualche pareggio di troppo. Ma tanti sono arrivati alla fine, con la squadra che vinceva. Fa parte della crescita dei giovani che devono imparare. Uso un termine caro a Max Allegri – a gestire le partite nei momenti importanti. Questa Juventus ha grandi margini di miglioramento e sono sicuro che tornerà ad essere quella di una volta».
VLAHOVIC – «Dusan è e sarà un grande attaccante, e spero che lo sia alla Juventus. Ha una capacità di far gol straordinaria. Può fare il ruolo che aveva Zirkzee al Bologna: tecnicamente è forte, sa difendere la palla».
ADDIO DI DANILO – «Non potevo aspettarmi l’addio di un grande giocatore e un grande leader. Dani è importante all’interno dello spogliatoio. Ma questo è il calcio, non mi aspettavo neanche l’addio di Szczesny…».
YILDIZ E YAMAL – «Per me sono i due più grandi talenti che ho visto in vita mia. Sono molto diversi, Yildiz è molto più uomo a livello fisico, Lamine tecnicamente è una cosa assurda, le cose che fa in allenamento non le ho mai viste fare a nessuno».
GESTIONE DEI GIOVANI IN ITALIA E IN SPAGNA – «In Italia le cose sono cambiate tanto, basta prendere il caso di Yildiz: è un talento straordinario ma dargli una responsabilità come la maglia numero 10 della Juve è stata una scelta molto coraggiosa. Il livello di talento dei giovani qui è così straordinario che è facile dar loro delle opportunità».
DIFFERENZE TRA SERIE A E LA LIGA – «A livello tattico l’Italia è un po’ davanti, a livello tecnico la Spagna è tanto davanti. In Italia far gol è molto difficile, qui ci sono più gol, più giocate. In Italia c’è più organizzazione. Si tratta di differenze culturali. Non so quale sia più il campionato migliore».