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·25 de abril de 2025
Criniti: «Per me era da rigore quella trattenuta su Viola! Non dovevo venire al Cagliari ma poi andò così, vi spiego»

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Antonio Criniti ha partecipato ad alcuni dei momenti più alti della storia recente del club sardo, uno su tutti la cavalcata nella Coppa Uefa 1993-94 terminata con la sconfitta con l’Inter. L’ex attaccante del Cagliari – 4 reti in 41 presenze nel triennio compreso tra il 1991 ed il 1994 – è stato ospitato nella trasmissione di Bruno Corda Rossoblù 100 su Youtube. Criniti ha parlato della squadra allenata da Davide Nicola ma anche altri temi relativi al momento dei rossoblù. Le sue parole:
RICORDI ROSSOBLU’ – «Sono arrivato nella stagione 1991-1992, avevo venti anni ma non sarei dovuto venire al Cagliari, avevo già degli accordi con Genoa e Bologna. Fece la differenza il fatto che i rossoblù misero sul piatto dei soldi che al Catanzaro ai tempi facevano comodo, ai tempi 1,8 miliardi di lire, una cifra importante. Questo perché avevo fatto dei buoni campionati tra Serie B e C, nasco trequartista esterno, non ero una punta. Ho dovuto fare l’attaccante per necessità, eravamo 4 attaccanti per cui venni catalogato in questo modo. Quando Fonseca si infortunò, Mazzone mi chiamò negli spogliatoi e mi disse di fare quello che sarebbe stata la mia occasione, voleva che creassi degli spazzi».
IL MIO CAGLIARI – «Ricordo quella squadra come se ce l’avessi davanti ora, c’erano Ielpo, Napoli, Festa, Nardini (il primo anno) e poi c’erano Herrera e Firicano. Moriero, Cappioli che si fece male ed al cui posto giocò Bisoli, il nove era Francescoli e con lui c’erano Matteoli e Fonseca; poi c’eravamo noi giovani. Siamo ancora in contatto, abbiamo un gruppo e ti dico che Matteoli rimarrà per sempre il mio capitano. Non ci sono nel gruppo Fonsceca, Allegri e Francescoli del quale abbiamo poche notizie, nel gruppo ridiamo sempre, c’è anche Oliveira!».
SALVEZZA E PROBLEMI DEI SARDI – «La fortuna di questo Cagliari è che ci sono delle squadre peggiori della nostra, prendiamo dei gol strani e poi ci sono dei problemi a centrocampo! Verona? Al mio amico Sogliano – d.s. all’Hellas – ho detto di non rompere le scatore (ride n.d.r.). Secondo me a questa squadra manca un giocatore carismatico a centrocampo più che un attaccante. C’è anche da dire che se non segna Piccoli non segna nessuno, non abbiamo alternative lì davanti. Quando è arrivato io non mi sarei mai aspettato che facesse tutti questi gol importanti. Non possiamo arrivare alla fine a giocarci la salvezza… Io penso che Nicola sia solo un buon gestore».
CARENZE DEL CALCIOMERCATO – «Ma il mercato chi lo fa? Ai miei tempi quando partì Foncesca arrivò Oliveira, al posto di Francescoli arrivò Dely Valdes. Non so come sia ora ma quando il Cagliari mi prese mi mostrarono che mi avevano seguito in almeno dieci partite, anche quando giocai segnando con l’Italia U 21! Io non ero d’accordo con la cessione di Lapadula, come alternativa abbiamo solo Pavoletti che fa gol importanti, si, ma solo due all’anno. Tenendo uno come Lapadula a questo punto saremmo stati già salvi, questi sono giocatori che nella rosa devi tenerti sempre, ».
RIGORI NEGATI – «Assurdo che non sia stato rivisto al VAR il fallo su Viola, credo che se avessero fatto quel fallo a Roma o Milan l’arbitro sarebbe stato richiamato per rivederla. Per me c’era anche il rigore per il fallo su Luvumbo».
GIOCATORI CHE DANNO TUTTI PER LA MAGLIA – «Giocare a Cagliari con quella maglia è pesante, ve lo dico io che ci sono rimasto per tre anni. Il popolo sardo vuole vedere in campo della gente che sputa l’anima, uno come Bisoli non faceva due palleggi ma in campo dava tutto. Nel Cagliari non abbiamo giocatori di questo tipo o gente alla Herrera. Serve uno spirito diverso per essere una squadra che vuole vincere».
CAGLIARI-INTER, COPPA UEFA 93-94 – «Segnai un gol! La partita la giocammo molto bene e secondo me uno dei loro gol era in fuorigioco. Quel giorno fece una partita superlativa Allegri anche se lui solitamente non era uno che aveva grande continuità nelle partite. Sul ritorno ho sentito tante sciocchezze, ci hanno devastato a centrocampo e non eravamo arrivati alle coppe. Avevamo la panchina corta e secondo me quel giorno ce la sia fatta sotto! Mazzone ci avrebbe isolato in quel ritiro a Milano ma Giorgi era troppo accondiscendente».
MAZZONE – «Potrei scrivere un libro solo su di lui perché io ho vissuto tutte le sue gag! Dopo aver vinto con il Pescara poi abbiamo giocato una partita ad Ascoli e, come sapete, essendo uno scaramantico Mazzone non voleva neanche che venissero toccate le maglie. Se non sbaglio quel giorno vincemmo in casa loro ed io segnai».
ANEDDOTI DI MAZZONE CON CELLINO E GAUDENZI – «Cellino quel giorno entrò senza bussare dicendoci che ci avrebbe dato un premio ma c’era Mazzone a braccia conserte molto arrabbiato. Gli disse “A presidè, hai finito? E vattene a fa…..!”, lo cacciò dagli spogliatoio perché lui ci teneva a tenere insieme il suo gregge. Un giorno attaccò al muro Gaudenzi, il giorno giocavamo a Torino contro la Juve allo stadio Delle Alpi, noi eravamo ancora sotto le docce tutti insaponati».
FRANCESCOLI – «Se io ho fatto alcuni gol su punizioni è stato solo merito di Francescoli, mi diceva sempre come colpirla e dove farla passare sopra alla barriera. Io lo guardavo calciare ed imparavo. A Trieste ho fatto parecchi gol così».
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