Juventus FC
·19 avril 2025
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«Innanzitutto permettetemi di fare i complimenti alla Juventus Women, che ha vinto il sesto Scudetto in otto anni, ed è un traguardo grande. Un applauso a tutti, alle giocatrici, allo staff, all’allenatore: davvero un bel lavoro».
Inizia così la conferenza stampa di Mister Tudor, a due giorni da Parma-Juve. Poi focus sulla partita, in programma lunedì 21 aprile alle 20.45.
«Abbiamo avuto una settimana lunga di lavoro e questo è positivo, abbiamo lavorato bene, per prepararci al meglio a tutte le insidie che ci può dare una squadra che sta facendo bene: ci aspettiamo una partita difficile. Dal punto di vista degli infortuni, oltre a Mbangula e Gatti, abbiamo avuto qualche piccolo problema per Yildiz (contusione) e Koopmeiners (al tendine). Li valuteremo entrambi domani, soprattutto per Teun la presenza è a rischio».
«Le palle inattive? Ci stiamo ovviamente concentrando su questo aspetto, ma va detto che da un certo punto di vista è anche fisiologico questo problema, ci manca un po’ di esperienza e di malizia, e su dettagli come i calci piazzati si rischia di pagarlo. Quindi stiamo lavorando per accelerare la crescita, i ragazzi sono consapevoli e molto disponibili. In generale vedo che la squadra sta crescendo, ha alzato l’intensità nella fase difensiva, soprattutto quando difendiamo alti. Ma la cosa positiva è che c’è voglia di essere aggressivi nella compattezza. Mi aspetto quindi una partita seria, in cui faremo quello che abbiamo preparato: il Parma ha dimostrato con l’Inter che è una squadra da prendere con le molle, non dovremo sbagliare niente, perché quel 2-2 lo hanno preso con merito».
«L’input che ha sempre Vlahovic è quello di stare dentro la partita, qualsiasi cosa succeda. Lui è un giocatore completo, come confermano i due assist, che sono stati molto apprezzati da tutta la squadra e il gol arriverà. Nico? Un ragazzo solare, voglioso, ama il calcio e stare in gruppo, ha una mentalità positiva, che fa bene a tutti, sa giocare in due o tre ruoli e ha anche margini di crescita: è bello avere in gruppo un ragazzo così. Veiga è un giocatore veloce di pensiero: ha un buon futuro davanti a sé, e dipende tutto da lui».
«“Traghettatore” è una parola che non mi piace. La vita di un allenatore si decide spesso in poche partite, in solitudine, senza programmazione, perché il futuro si costruisce di partita in partita. E io vivo in questo modo, prendendo lezioni dal passato e poi smettendo di pensarci, e senza ansia del futuro».