Incognita Dovbyk, certezza Dybala | OneFootball

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·17 April 2025

Incognita Dovbyk, certezza Dybala

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Il Messaggero (S. Carina) – Sono come lo yang e lo ying. Dybala è luminoso, energico, solare, inclusivo. Dovbyk invece appare (perché poi in privato sa anche sorridere) introverso, freddo, intristito e inevitabilmente divisivo. Due facce di una medaglia che oggi guarda al presente ma inevitabilmente si riflette nel futuro. Ieri Paulo, presente al Pio XI nel complesso sportivo Cavalieri di Colombo per un evento benefico con bambini che hanno disabilità intellettive, ha rassicurato tutti: «L’infortunio non ci voleva ma punto a tornare in ritiro, in estate. ll mio futuro? Voglio restare qui – ha detto al Tgl – Ringrazio i Friedkin per essermi stati vicino in questo periodo difficile e nell’avermi aiutato a prendere delle decisioni. Il nuovo allenatore? Sono sicuro che verrà scelto il meglio per noi».

Ed è proprio il nuovo tecnico che sarà decisivo per il domani del centravanti ucraino. Ma quali sono i motivi per i quali va concessa fiducia al centravanti ucraino? Innanzitutto i numeri: 16 reti in 39 gare. Gliene bastano appena quattro (nei prossimi 6 match) per arrivare a quota 20. Non male, considerando che Artem è al primo anno in Italia, ha cambiato tre allenatori (De Rossi, Juric e Ranieri) e vive una situazione personale drammatica (legata alla guerra in Ucraina) che non può non riflettersi nella quotidianità. Tra l’altro, rimanendo al campo, quando è stato più di un anno in una squadra (leggi Dnipro) il suo rendimento è stato sempre in crescendo: 10 reti il primo anno, 14 gol il secondo e 29 nel terzo. Nella Roma è a quota 16: 9 reti sono state dell’1-0 garantendo complessivamente la bellezza di 13 punti in campionato e ben 16 considerando l’Europa League. Una peculiarità che contraddistingue il grande centravanti.


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Tra l’altro sotto porta è preciso e freddo: ha una percentuale realizzativa del 18,6%, la migliore della rosa. Ranieri lo ha sollecitato a più riprese: «Da lui voglio anche la prestazione». E invece Artem soffre nel giocare spalle alla porta, fa fatica a far salire la squadra e questo poi si ripercuote nel controllo del pallone, nel faticare addirittura a stopparlo quando è sottoposto a marcature asfissianti, come quella di Gigot nel derby. Senza contare che fa tutto con il piede sinistro e i difensori ormai lo hanno capito. Dovbyk dà il meglio sotto porta, meglio se può attaccare il secondo palo o la profondità. Per questo serve un allenatore che giochi con ali vere, modulo che lo ha esaltato a Girona. Ma schierare ali vere, escluderebbe Dybala Come la si legge, è una questione a dir poco intricata.

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