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·11 April 2025
Padovano svela: «Mentre ero rinchiuso in carcere i miei ex compagni vincevano mondiali. Quell’ex Juve l’unico a starmi vicino»

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·11 April 2025
Michele Padovano ha parlato della sua vicenda personale all’evento Il Foglio a San Siro in scena al Meazza. Le dichiarazioni dell’ex attaccante di Juventus e Napoli.
SOFFERENZA – «È stata molto dura, quando mi è stato proposto il docufilm non ero così contento, perché in questi 17 anni di sofferenza, tra me e la mia famiglia, abbiamo passato momenti terribili in cui io sono diventato geloso delle mie emozioni. Poi, pensandoci meglio, si è deciso di realizzarl. Credo che se questo docufilm possa fare pensare anche a una sola persona ne andrò molto orgoglioso»
CARCERE – «L’invidia è un sentimento che per fortuna non ho mai conosciuto, devo dire grazie per questo. Io ero rinchiuso in un carcere mentre i miei ex compagni vincevano i mondiali. Era difficile, ma ho fatto il tifo per loro. Mi sarebbe piaciuto ricevere un telegramma di stima, non è successo ma ne ho preso atto»
VIALLI – «Gianluca è stato l’unico nel mondo del calcio a starmi vicino, insieme a Gianluca Presicci. Non l’ho mai dimenticato e mi piace pensare che le persone come Vialli non muoiano mai, per quanto mi riguarda mi ha lasciato un segno molto molto forte»
FAMIGLIA – «Io dico sempre che i veri fuoriclasse sono mia moglie e mio figlio, che mi hanno dato la forza di affrontare certi momenti. Diciassette anni sono un tempo interminabile, secondo me sarebbero bastati 17 minuti di buonsenso. Invece sono stati 17 anni di avvocati, due sentenze e udienze interminabili. Io penso a chi non ha la forza di difendersi, né moralmente né economicamente. Grazie al lavoro che ho fatto per fortuna avevo messo da parte qualcosa, ma difendersi costa. Tutti quelli nel mondo del calcio mi consideravano un narcotrafficante, la mia famiglia è stata un valore aggiunto. E senza di loro non ce l’avrei fatta. Mia moglie mi ha dato la forza di affrontare certi momenti, dopo le condanne non nascondo che ho tentennato»