Stendardo: «Ho giocato in 10 squadre, la Lazio è stato il punto più alto della mia carriera. Gasperini è bravo, ma deve tanto all’Atalanta. In ritiro ho sempre fatto questo» | OneFootball

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·28 Maret 2025

Stendardo: «Ho giocato in 10 squadre, la Lazio è stato il punto più alto della mia carriera. Gasperini è bravo, ma deve tanto all’Atalanta. In ritiro ho sempre fatto questo»

Gambar artikel:Stendardo: «Ho giocato in 10 squadre, la Lazio è stato il punto più alto della mia carriera. Gasperini è bravo, ma deve tanto all’Atalanta. In ritiro ho sempre fatto questo»

Le parole di Guglielmo Stendardo, ex difensore centrale con un passato in Serie A, sui suoi ricordi nel mondo del calcio

Guglielmo Stendardo è stato un difensore che ha militato in 10 club. Laureato in Giurisprudenza, oggi è docente a contratto alla Luiss. A La Gazzetta dello Sport ha raccontato le sue due vite, quella in campo prima e quella in cattedra poi.

I LIBRI IN RITIRO«Papà Giovanni fu chiaro da subito: mi ricattava perché studiassi. Non mi sono mai vergognato di portare i libri in ritiro e studiare al sabato sera prima della partita».LE PRIME SQUADRE«A Genova conobbi Spalletti, poi Ventura, cominciai a giocare con continuità. Quindi Salerno, dove feci 4 gol in B. E da lì Catania ePerugia. Feci bene e la Lazio mi prese gratis, dal fallimento del Perugia».LA LAZIO«Il punto più alto della mia carriera. Lazio-Real Madrid di Champions League nel 2007 è stata la partita più importante della mia vita. Mi sono innamorato di Roma e ho scelto di abitarci. È una città che adoro per il clima, le possibilità che offre e non è lontano da casa. Ma devo sempre ringraziare Lotito. Mi ha fatto arrivare nel club, mi ha per messo di vivere a Formello distogliendomi dalle distrazioni. Ha risanato la Lazio dai guai».LA JUVE PER 6 MESI E L’ATALANTA«Con Ranieri. Ma Bergamo sì, mi ha dato tanto. Cinque anni. Antonio Percassi metteva le basi per il progetto che poi si è concretizzato. Non fa solo calcio, è il vero segreto dei successi della Dea. Gasperini è stato molto bravo, ma la sua fortuna è stata l’Atalanta».ALLA LUISS OSPITA FIGURE DEL CALCIO«Dall’anno prossimo avrò con immenso piacere e orgoglio il professor Francesco Di Ciommo, docente di diritto privato, prorettore della Luiss. L’idea è quella di unire a una parte teorica una pragmatica, che prevede le testimonianze concrete che gli studenti gradiscono. Fanno la differenza. L’ateneo è soddisfatto. Per Chiellini c’è stato il pienone. Dal prossimo anno il corso potrebbe dare pure i crediti formativi».L’OBIETTIVO PERSONALE«L’obiettivo è la famiglia. Diventare padre. Ma lì non si può sbagliare. E io lì ho un grande esempio: la mia famiglia».

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