Crisi Bari Primavera, Sansonetti: “Errori di valutazione in estate, ma intervenuti pesantemente a gennaio. L’eventuale retrocessione…” | OneFootball

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·23 marzo 2025

Crisi Bari Primavera, Sansonetti: “Errori di valutazione in estate, ma intervenuti pesantemente a gennaio. L’eventuale retrocessione…”

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Nel corso della lunga intervista concessa alla nostra testata, il responsabile del settore giovanile del Bari Marcello Sansonetti ha voluto parlare a 360° della crisi della Primavera, penultima in classifica e a serio rischio retrocessione. Il tema, che fu anche affrontato con Magalini nella conferenza stampa post mercato, ha visto il Bari in estate confermare sulla panchina della Primavera Vito Di Bari, prima del suo addio in direzione Casarano e la scelta di Raimondo Catalano che sta dando i suoi frutti. Clicca qui per leggere l’intervista completa a Sansonetti.

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Copyright: SSC Bari

Crisi Bari Primavera, la spiegazione di Sansonetti

Probabilmente la nota dolente è la Primavera. Partiamo dalla conferma in estate di Vito Di Bari. «Abbiamo cambiato tutti i tecnici, ma l’unico che abbiamo mantenuto era fisiologicamente Vito Di Bari, perché aveva fatto un buon lavoro con la sua squadra. Il fatto che aveva avuto l’esperienza in prima squadra l’anno scorso gli ha permesso di avere anche gratificazioni da parte di Valerio Di Cesare, quindi della direzione sportiva della prima squadra e del Presidente, che gli hanno così proposto di continuare nel settore giovanile prendendo la Primavera e dando la possibilità a Federico Giampaolo, anch’egli di supporto della prima squadra, di avviare un biennio, quindi Under 17 e Primavera per l’anno successivo. Si sapeva che Vito fosse proiettato per le prime squadre, infatti stava facendo il corso Uefa A e la volontà di tutti era un anno di concetto per cui a Federico si era proposto il biennio. È proprio lì proprio che nasce il problema e che abbiamo riscontrato».

Ovvero? «Eravamo concentrati sulle altre squadre sulle quali dovevamo organizzare tutto, dall’allenatore, gli staff ai giocatori, mentre lì in Primavera c’è stata continuità totale in sintonia con il mister, che aveva ritenuto quel gruppo tutto idoneo per fare la Primavera. In più aveva richiesto degli inserimenti che poi sono stati fatti con l’ossatura dei 2006. Purtroppo ci siamo scontrati con la realtà che era differente, ovvero la squadra dei 2007 non era totalmente idonea in quanto abbiamo constatato che ce n’erano una decina che non erano ancora pronti per fare quel tipo di campionato, per cui dopo sono state fatte delle scelte. Lui, poi, che era per quella squadra un elemento fondamentale, una guida, è venuto meno perché ha fatto il corso Uefa A: partiva per Coverciano il lunedì e rientrava il giovedì, il sabato si giocava. Questo per tre mesi, quindi la sua assenza è pesata».

Poi c’è stato il suo addio a sorpresa. «Chiaramente noi tutti, dal presidente alla direzione della prima squadra, avevamo riversato massima fiducia in Vito e gli avevamo dato massima libertà d’azione, essendo certi che avrebbe risolto questa situazione. Gli abbiamo dato solo supporto, non siamo mai intervenuti. A un certo punto prima di una gara fondamentale contro l’Avellino, che poi abbiamo perso 1-0 sbagliando anche un calcio di rigore, Di Bari ha chiesto di andare via perché aveva già preso accordi con il Casarano, tra l’altro comunicandolo ai ragazzi che si erano trovati così in una situazione in cui non potevamo fare diversamente se non assecondare questa sua richiesta».

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Di lì l’arrivo di Catalano. «Questo shock è stata anche una molla, perché poi tempo di riprenderci un attimo, abbiamo preso mister Raimondo Catalano, che è un ragazzo di Bari, cresciuto insomma con la società del Bari nel cuore, ma soprattutto un tecnico che ha avuto esperienze di questo tipo nei campionati di serie D. Situazioni un po’ drammatiche, difficili, che è riuscito a portare a termine positivamente. Quindi abbiamo trovato l’identikit ideale anche se non aveva mai avuto esperienze nelle giovanili, sebbene la Primavera sia un po’ borderline».

C’è da dire che a gennaio la società è intervenuta pesantemente. «Sì, abbiamo dato la possibilità a una decina di ragazzi che avevano bisogno di giocare in altri campionati di andare in prestito e abbiamo preso altrettanti dieci ragazzi che abbiamo inserito. Qualcuno un po’ più grande, qualcuno un po’ più esperto, più formato. Devo dire che questa azione correttiva ha iniziato a dare i suoi frutti e se rimaniamo al primo tempo di Pescara con la classifica che ci era creata, eravamo a un punto veramente impensabile un mese e mezzo prima. Questo fa parte del calcio, ci siamo rimboccati le maniche tutti quanti, i ragazzi hanno capito l’importanza del gruppo e adesso siamo in linea e possiamo ambire alla salvezza».

Non si poteva confermare a inizio anno qualche 2005 per dare più esperienza, come chiesto da Di Bari? «La società ha valutato e risposto che in questo caso i 2005, essendo fuori quota e non sotto contratto, non erano idonei per la prospettiva della prima squadra. Perché analizzando questo campionato, viene fuori che noi giochiamo prevalentemente contro squadre di serie C, che per il discorso minutaggio possono contare su ragazzi fuori quota. Le loro rose sono di qualità inferiore rispetto alla nostra, ma è più semplice che i loro 2005 possano anche essere utili in prima squadra. Da noi il 2005 deve essere un fenomeno per stare anche in prima squadra. Per cui se in estate la direzione sportiva della prima squadra aveva ritenuto che questi ragazzi dovessero fare un passaggio ulteriore, quindi andare in prestito, noi eravamo rimasti in attesa che individuassimo dei profili 2005 da prima squadra che potessero fare anche la Primavera. Questo non si è verificato per cui siamo siamo andati avanti per quelle che erano le nostre forze con Di Bari, prendendo Mavraj che è ad esempio uno dei ragazzi più talentosi di tutta la Primavera 2, De Lucci altrettanto. L’ossatura l’abbiamo fatta, avevamo preso anche Fravola, Tedeschi, tanti 2006. Abbiamo provinato tanti altri 2006, ma siccome a livello qualitativo erano similari ai nostri 2007, si era poi deciso di portare avanti i nostri 2007, quando forse sarebbe stato più opportuno una scelta tecnica diversa».

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Sansonetti, in caso di retrocessione cosa succederà? «Noi stiamo lottando come dei leoni e abbiamo altre partite cruciali e fondamentali per poterci tirare fuori, siamo ottimisti. Però se dovesse capitare, così come nella vita, quando si sbaglia è giusto valutare poi strategie correttive. In tal caso faremo sicuramente un campionato di Primavera 3 vincente, non ottenendo la promozione come ripescaggio come avvenuto negli anni precedenti. Abbiamo un gruppo che ha delle qualità, perché oggettivamente adesso le stiamo mostrando. Per onore del vero, noi a cospetto delle altre realtà di Primavera 2, non abbiamo fuori quota, se non Lorusso, ma perché c’è stata quella possibilità di intervenire con il Cerignola».

In caso di salvezza quale sarà, invece, l’obiettivo? «Non parlerei di promozione, perché servirebbe strutturarsi in modo adeguato. Posso però dire che avendo più esperienza allestiremmo una squadra che con qualche prospetto mirato possa fare un campionato dove lasciare il segno, per la qualità e la proposta di gioco. In più, se riuscissimo a portare qualcuno in prima squadra, allora sì che avremmo vinto il nostro campionato».

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