Calcionews24
·1 maggio 2025
Il “momento no” di Lookman: un fuoriclasse che s’imbroglia nella troppa estetica (quando all’Atalanta occorre concretezza)

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·1 maggio 2025
La priorità per l’Atalanta è sempre il collettivo, anche se il fuoriclasse rimane la marcia in più dell’intero blocco, e se esso viene a mancare lo si nota all’istante, e ovviamente nei risultati della squadra.
Ademola Lookman è il giocatore più forte della rosa, dove l‘etichetta di fuoriclasse è ovvia come la pancetta sui casoncelli, ma da marzo a oggi il “Kobe Bryant” atalantino si è trasformato in quel “Tazmania” che ha la tendenza di ballare troppo, buttando tutto all’aria: un giocatore che seppur sia più veloce del vento è una trottola tendente all’estetica invece che alla concretezza.
Premessa. Quella di Lookman non è una stagione negativa, anzi, appunto perché si tratta della versione calcistica dell’ex leader dei Lakers, ha una qualità superiore rispetto agli altri: 37 presenze così come i punti che ha portato all’Atalanta, 18 goal, 7 assist e una partecipazione nelle reti nerazzurre che va oltre la metà (0,68), seppur la stagione sia stata influenzata dal mercato e dalle polemiche post Brugge.
Tanto talento, ma anche un grande difetto. Sebbene con la palla tra i piedi sia imprendibile, certe volte capita che la voglia di strafare o fare il dribbling di troppo prenda il sopravvento a discapito della pericolosità dell’Atalanta: non a caso nelle ultime partite Mola abbia cercato di esagerare nei (suoi) dettagli più che concentrarsi nei fondamentali (del gruppo).
Dal 9 marzo (Juve) non segna più una rete, con l’Atalanta che si è dileguata dalla lotta Scudetto, e le sue partite sono una monotonia di dribbling incompiuti seppur le occasioni pericolose non manchino. Certo, tante volte quando Gasp lo sostituiva con si urlava alla “follia tattica” considerando anche le prestazioni di Samardzic e Maldini, ma dall’altra parte Ademola deve metterci del suo.
Bagagli già in mano? La regola vale per tutti: fino a quando si è sotto-contratto con l’Atalanta la sufficienza non è neanche l’ultima delle opzioni, soprattutto per chi il 22 maggio 2024 si è consacrato Pallone D’Oro africano. La chiave per la Champions passa soprattutto da lui, al di là che il suo futuro sia lontano da Bergamo (posto che gli ha permesso di diventare quel fuoriclasse tanto decantato negli ultimi anni).
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