Juventus FC
·25 aprile 2025
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Andrea Fortunato manca, e ci manca, da trent’anni.
Se è vero che ci sono momenti in cui le parole possono sembrare superflue, è altrettanto vero che talvolta sono proprio le parole lo strumento giusto per dipingere un ricordo, un momento, rivivere un’emozione.
E allora, in un’occasione come questa, abbiamo ritenuto giusto affidarci ai pensieri – e appunto, alle parole – di chi Andrea lo ha conosciuto e di chi ad Andrea ha voluto bene.
Come noi.
Ciao Andrea, sono trent'anni che ci hai lasciato, ma i ricordi sono sempre vivi. Io ho avuto un compagno dolcissimo, con uno splendido sorriso, I tifosi hanno amato un grande terzino, con i suoi lunghi capelli, sfrecciava sulla fascia sinistra.
Almeno i ricordi, quelli non ci lasceranno mai.
Ciao.
Il ricordo di Andrea vive sempre dentro di me, io lo ricordo con grande affetto: ci eravamo già conosciuti durante il servizio militare e poi, quando è arrivato alla Juve è stata una bella sorpresa per me, perché abbiamo ancora più fortificato la nostra amicizia.
Un ragazzo come lui poteva avere il mondo in mano perché era un giocatore fantastico, aveva una forza esplosiva, incredibile, ma aveva anche qualità tecniche importanti, forse poteva essere considerato un “nuovo Cabrini”, anche per la sua folta chioma.
Aveva iniziato molto forte nella Juventus, aveva conquistato anche la Nazionale, poi è arrivata questa malattia maledetta che ce l'ha portato via.
Penso però che Andrea resterà sempre nel nostro cuore, aveva un carattere molto forte, una forte personalità, aveva tutto per poter riuscire a diventare uno dei terzini sinistri più forti d'Italia.
Questa malattia ce l’ha portato via troppo presto e ha scosso tutti noi: la Juve, la sua Famiglia, mamma Lucia, papà Peppino, suo fratello Candido.
Credo anche che Andrea, con la sua malattia, abbia aiutato a migliorare e a sviluppare la scienza per poter riuscire a salvare tante vite, come dimostra il tema del passaporto ematico, molto importante per la prevenzione: forse, dal cielo, può aiutare tanti ragazzi a salvarsi.
Quindi, “Andri”, ti mando un grande bacio, ti penso sempre e ti porterò sempre nel mio cuore.
Andrea Fortunato se n'è andato troppo presto, purtroppo la malattia ce l'ha portato via, ma il nostro ricordo è indelebile, rimarrà sempre dentro di noi, perché era un ragazzo formidabile, straordinario, gentile, buono.
Calcisticamente aveva veramente un futuro davanti a sé, perché era molto bravo.
Tutti lo portiamo dentro il nostro cuore.
Quando Andrea è arrivato alla Juve era giovane, però fin dal primo allenamento abbiamo capito subito che aveva qualcosa di forte, di bello. Ha dimostrato subito, nonostante la sua giovane età, di avere grande personalità, grande carisma. Poi era molto umile, si applicava con professionalità e passione.
Era molto determinato in quello che faceva perché sapeva quello che voleva fare da grande, quindi voleva fare il calciatore. Era un ragazzo intelligente, serio, educato ed era un giocatore tecnico, eclettico. Era un profilo molto interessante e sicuramente sarebbe diventato un grande campione.
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