Calcio e Finanza
·28 aprile 2025
Serie A, Simonelli: «Ordine pubblico impedirebbe eventuale spareggio scudetto a San Siro»

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·28 aprile 2025
“Tema di ordine pubblico per lo spareggio a San Siro? Probabilmente sì. Ma sono abituato a fasciarmi la testa quando me la sono rotta, vedremo”. Lo ha detto il presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli, intervenuto in conferenza stampa dopo l’odierna assemblea dei club. “Sul quando dipende da una serie di eventi. Tutti vorremmo avere l’Inter in finale di Champions League, in quel caso bisognerebbe trovare una data: l’ultima di campionato è il 24-25 maggio, il 31 c’è la finale. Non ci siamo posti il problema e vorremmo porcelo perché vorrebbe dire che l’Inter è andata in finale di Champions League”.
“Su Atalanta-Lecce abbiamo preso la migliore delle decisioni possibili, che rispettasse il lutto del Lecce e della famiglia, ma anche milioni di appassionati di calcio che hanno necessità di un campionato regolare”, ha proseguito sulle critiche per il mancato rinvio della sfida tra Atalanta e Lecce per la morte del fisioterapista del club salentino.
“Credo che la Lega abbia mostrato grande sensibilità nei confronti del lutto che ha colpito il Lecce e la famiglia Fiorita. Abbiamo riprogrammato immediatamente la partita, era quello che si poteva fare – ha proseguito -. Non dico the show must go on, ma siamo la Lega calcio: dovevamo tutelare la regolarità del campionato, che non poteva prevedere un rinvio di una partita così delicata, rilevante per Champions e salvezza. Io dico tutti bravi dal divano a criticare la Lega. Capiamo il lutto del Lecce e la decisione del non essersi visto rinviare la partita”.
“Intervento di Abodi? Non vorrei parlare di queste cose, io parlo delle decisioni che ho preso. Io rappresento una Lega, devo garantire la regolarità del campionato. Abbiamo preso la decisione migliore possibile e qualunque critica la respingo”, ha aggiunto Simonelli. “Aspettare Intanto la data non era pronosticabile, si rischiava di andare al mercoledì e poi c’è Lecce-Napoli il sabato. Avremmo dovuto garantire il riposo, ripeto: abbiamo preso l’unica scelta che avrebbe consentito di garantire regolarità al campionato per tenersi il più lontano possibile dal tragico evento capitato. Però non c’è nessuna regola che imponga il rinvio, è stato solo il buon senso che ha portato a rinviare alla data più lontana possibile. Però credo di aver spiegato la logica. Poi mi permetto di ricordare a tutti che in tutti gli altri sport, quando capitano eventi tragici, comunque si gioca. Io ricordo Schumacher che ha corso il Gran Premio con la scomparsa della madre avvenuta il giorno prima. Ricordo la morte di Senna a Imola: la gara si fece lo stesso. Non voglio dire che lo sport deve essere insensibile a questi lutti, abbiamo cercato di avere il massimo della sensibilità possibile. Oltre questo non si poteva andare”.
“I rinvii per il Papa? Abbiamo ricostruito gli eventi e abbiamo convenuto che la Lega ha fatto la scelta tecnicamente più corretta. I temi erano diversi, il primo legato alla morte del Santo Padre, arrivata con ANSA delle 9.58 e noi alle 10.30 siamo stati i primi fra tutti a sospendere il campionato, seguiti da tutti. Alle 19.58 abbiamo preso la decisione di quando recuperare le partite, il mantra che ci deve sempre indirizzare è recuperare, e oggi sono tutti d’accordo, alla prima finestra utile. È quello che deve sempre avvenire e che avverrà nel corso del mio mandato: io vorrei evitare asterischi nel calendario. Se c’è la possibilità di rinviare le partite il prima possibile, abbiamo scelto la prima data utile che era il mercoledì. Ci poteva essere anche il martedì, sarebbe stato anche più conveniente, però ci era sembrato inopportuno il giorno dopo la morte del Santo Padre. Abbiamo scelto la prima data utile, e abbiamo scelto di giocare tutte e quattro le partite nello stesso momento vista la Coppa Italia la sera”.
“Parliamoci chiaramente: non mi sarei sognato di far giocare nessuna squadra in concomitanza col funerale del Santo Padre. Il sabato pomeriggio o sera si sarebbe potuto giocare, come si sono tenute tante altre cose. Però alla fine, anche d’accordo con le due società, abbiamo deciso di spostare quella partita a domenica: personalmente non l’avrei fatto, avrei fatto giocare l’Inter il sabato sera, per garantire all’Inter lo stesso riposo del Barcellona. E per consentire a una squadra italiana che ci rappresenta di poter competere ad armi pari. Eccezione solo per l’Inter? Non direi così. Direi che avrei tenuto il campionato, spostando la partita della Lazio che evidentemente non si poteva tenere, perché a Roma non era possibile a livello logistico”.
“Io avrei spostato la partita delle 15 alle 18, per allontanarci il più possibile dal funerale e la partita delle 18 alle 20.45. Mi sembrava una soluzione logica, però poi sentendo tutti, anche con grande responsabilità delle squadre coinvolte, abbiamo deciso di giocare tutto la domenica. A mio modo di vedere il mondo è andato avanti, ma mi risulta che anche il San Lorenzo abbia giocato. Data da destinarsi? Non vogliamo spostare le partite rispetto alla giornata in corso. Cercheremo sempre nei limiti del possibile di evitare rinvii. A maggior ragione in un momento delicato come quello di fine campionato. Minacce legali? No. Ma ci sarebbero stati dei club scontenti se avessimo minato la regolarità del campionato. Abbiamo di conseguenza cercato la data che andasse bene a entrambe. E ha consentito di garantire la regolarità del campionato”.