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·21 de março de 2025

Fiorentina, Bove ricoverato ad Ancona per accertamenti: il viola in cerca di risposte su diagnosi e futuro

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Aggiornamenti sulle condizioni di Edoardo Bove, attualmente tesserato con la Fiorentina, dopo il malore che lo ha colpito nei mesi scorsi.

Fiorentina, Bove ricoverato ad Ancona per accertamenti: il viola in cerca di risposte su diagnosi e futuro

Il centrocampista è stato ricoverato ad Ancona per sottoporsi a una serie di accertamenti cardiologici approfonditi, necessari per comprendere il suo quadro clinico e valutare le possibilità di un ritorno in campo.


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Gli accertamenti e il comunicato della Fiorentina

In una nota ufficiale, la Fiorentina ha informato che nella giornata di giovedì 20 marzo il giocatore è stato sottoposto a esami elettrofisiologici presso la Clinica di Cardiologia e Aritmologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche, sotto la direzione del professor Antonio Dello Russo e con la supervisione del professor Paolo Zeppilli, consulente del giocatore.

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, i risultati degli accertamenti saranno disponibili nei prossimi 5-15 giorni. Per Bove, l’obiettivo principale è ottenere una diagnosi chiara sulle cause del malore, così da comprendere se potrà tornare a giocare e con quali eventuali restrizioni.

Le dichiarazioni di Bove: “Proverò a tornare a giocare”

Nei giorni scorsi, Bove aveva parlato apertamente della sua situazione e del suo futuro in un podcast, facendo luce su un aspetto cruciale della vicenda: l’impossibilità di giocare in Italia con un defibrillatore sottocutaneo.

“Naturalmente, per la legge italiana giocare con il defibrillatore non è consentito. Quindi, nel caso in cui lo mantenessi, non potrò giocare nel nostro campionato. All’estero, invece, se firmi ti prendi la responsabilità. Dovrò affrontare delle visite importanti che mi diranno se c’è la possibilità di rimuoverlo e quali controlli dovrò effettuare in futuro.”

Il centrocampista ha poi sottolineato come la decisione finale dipenderà non solo dai responsi medici, ma anche dalla sua percezione di sicurezza:

“Non mi precludo niente. Alla fine, conta la mia salute mentale: se non mi sento sicuro senza defibrillatore, è inutile parlarne. Proverò a giocare nuovamente, lo devo alla mia famiglia e ai sacrifici che ho fatto, ma anche per l’età che ho. Ovviamente, dovrò ricevere il via libera dai dottori.”

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