Juventus FC
·24 de abril de 2025
In partnership with
Yahoo sportsJuventus FC
·24 de abril de 2025
Fra pochi giorni le ragazze dell’Under 19 femminile saranno attese dal momento più emozionante ed importante della stagione: le Final Four Scudetto, occasione per il gruppo di Mister Bruzzano di bissare il successo di qualche settimana fa alla Viareggio Women’s Cup e coronare un percorso stagionale straordinario.
Abbiamo parlato di questo, ma non solo di questo, con Carola Coppo, Head of Women Academy. Una chiacchierata utile per fare il punto su un settore in crescita costante, e per capire che le soddisfazioni delle ragazze più grandi sono il frutto di uno stato di grande salute di tutto il movimento.
«La stagione della Primavera è stata molto positiva, anche oltre le nostre aspettative perché l’obiettivo era la qualificazione alle Final Four. Invece la squadra ha saputo dominare da subito il campionato nonostante il gruppo delle ragazze non fosse stato stravolto rispetto all’anno scorso: tante erano già da tempo nella categoria e ad agosto abbiamo inserito solo due innesti, oltre a qualche ragazza salita dall’Under 17.
Una sfida è stata inserire un allenatore, Marco Bruzzano, che negli ultimi tre anni non aveva più allenato nel settore giovanile e che non conosceva il contesto bianconero e Sandy Iannella, ex calciatrice e alla prima esperienza da collaboratrice; per questa ragione abbiamo mantenuto lo staff tecnico che lavora sulla categoria e nel nostro club da parecchi anni. Devo dire che da subito sono riusciti a trovare i giusti equilibri e a lavorare molto bene insieme, dando le giuste priorità e questo ha portato a risultati molto positivi sul campo».
«Alle ragazze dell’Under 19 che stanno per giocare le Final Four ho detto che è vero che lo Scudetto si assegna in quei giorni, ma per me il percorso che conta davvero è quello della stagione: i campionati si vincono nei dieci mesi e loro sono riuscite a farlo grazie a una qualità costante, che ha permesso anche che tante ragazze firmassero contratti da professioniste, e destino interesse nel settore, segno che il lavoro è stato visto e riconosciuto anche da fuori. Poi, ovviamente, auguro loro di poter vivere l’emozione di una vittoria a coronamento di questo percorso perché so che è un ricordo che si porteranno dietro per sempre.
Sono anche contenta per la vittoria al Torneo di Viareggio, ma al di là del trofeo in sé, quello che per me contava davvero era far vivere a questo gruppo un’esperienza diversa, fuori dal campionato. La Primavera è la categoria più importante del nostro settore giovanile, eppure ha un calendario con tante interruzioni: proprio per questo sono felice che, al termine delle Final Four la stagione non si concluda: ci sarà ancora una competizione da giocare, in via di organizzazione. Non fermarsi è fondamentale.
Inoltre, tengo molto a sottolineare l’ottimo rapporto con la prima squadra. Quest’anno la collaborazione è stata costante e proficua: molte ragazze si sono allenate regolarmente con le grandi, alcune hanno esordito, altre si sono affacciate a un ambiente professionistico che fino a poco tempo fa sembrava lontano.
Un esempio che mi piace fare è quello di Eleonora Ferraresi, che ha esordito addirittura in Champions League ed è stata la prima minorenne a firmare il contratto da professionista. Un premio innanzitutto per lei, che si è meritata e guadagnata questo traguardo, ma una grande soddisfazione per tutti noi. Io conosco bene il percorso di Eleonora, niente è scontato di quello che sta facendo: il nostro ruolo è dare una mano a 360°, mettere le giocatrici nelle migliori condizioni per lavorare bene e vivere appieno questa esperienza, sono ragazze giovani ma determinate, che spesso vivono lontane da casa, e non è sempre semplice.
Questo collegamento diretto è un valore aggiunto imprescindibile: permette loro di toccare con mano il prossimo step e a noi di prepararle meglio per affrontarlo. Non solo: il rapporto che le ragazze hanno vissuto e vivono con le giocatrici in Prima Squadra, fatto di interesse, aiuto, vicinanza, conferma che siamo davvero un gruppo unico».
«La cosa molto positiva di quest’anno sono stati i primi sette contratti professionistici firmati da ragazze cresciute nel nostro vivaio. Almeno tre di loro – Gallina, Cocino e Gallo – sono con noi praticamente dagli inizi: pertanto, parliamo di ragazze che sono entrate nella Juventus tra la stagione 2015-2016 e 2016-2017. È un risultato enorme: vederle crescere all'interno della nostra organizzazione e arrivare a questo traguardo è qualcosa che fino a pochi anni fa sembrava impensabile.
Anche Zamboni, che ha firmato di recente, fa parte di quel gruppo “storico” del 2006, che ha segnato l’inizio di un percorso più strutturato. Per me è motivo di grande orgoglio ed è giusto sottolineare che questo è il frutto del lavoro di chi c’è stato prima di me e di tutti i colleghi e collaboratori che lavorano ogni giorno con passione, dedizione e professionalità. Le ragazze non crescono grazie all’apporto di una sola figura, ma attraverso il contributo di ogni adulto che le accompagna in questo viaggio.
Un esempio: alla firma del contratto di Gallina abbiamo voluto fare un gesto simbolico: quel giorno avevamo la riunione di inizio stagione con tutti gli staff del settore giovanile e, insieme al Direttore Stefano Braghin, l’abbiamo fatta entrare nella sala. Quel momento è stato il nostro vero trofeo, perché Arianna ha lavorato con gran parte di loro e ora ha già esordito in prima squadra, partecipato agli allenamenti delle più grandi e ha vestito la maglia della nazionale. È qualcosa che riveste un grande valore simbolico.
La stessa cosa è successa ad Azzurra Gallo, da mesi ormai inserita a tutti gli effetti nella rosa della prima squadra. A lei vanno i miei più grandi complimenti perché ha saputo accettare la sfida e mettersi a disposizione con grande umiltà e professionalità. E’ cresciuta moltissimo in questo ultimo anno e per noi è stato un piacere vederla gioire e festeggiare con le compagne venerdì scorso a Biella»
«Il club, dal giorno uno, ci ha sempre fornito le strutture e le risorse per lavorare al meglio, e questo è rimasto una costante. Negli anni però sono cambiate le esigenze, e di conseguenza si sono affinate anche le modalità con cui lavoriamo. La vera differenza oggi è che possiamo costruire percorsi per le ragazze in un contesto già maturo e pronto a riceverle. Abbiamo allenatori formati, patentati e con anni di esperienza nel calcio femminile che sanno relazionarsi con le giocatrici e conoscono le dinamiche del nostro ambiente.
Da quest’anno poi abbiamo adottato un approccio più “tailor-made” sulle giocatrici, anche perché il regolamento della Serie A richiede almeno dieci italiane o formate in Italia. Questo vincolo ci spinge a dover fornire alla prima squadra ragazze cresciute nel nostro vivaio: non si tratta però solo di un obbligo, ma appunto di un’occasione per dare ulteriore valore al lavoro quotidiano.
Abbiamo strumenti di profilazione e valutazione delle atlete, soprattutto nelle categorie più alte – Under 19 e 17 – dove lo sviluppo è in fase avanzata. Spero che questo approccio ci permetta di intercettare in anticipo le potenzialità delle ragazze e lavorarci in modo mirato»
«Negli ultimi anni molte ragazze hanno trovato spazio in prestito in altri club, e questa è una conferma del valore del nostro lavoro. Attualmente abbiamo 27 giocatrici in prestito, e la domanda è sempre alta. Questo è un segnale positivo: significa che le nostre ragazze sono pronte per confrontarsi con realtà adulte e competitive. A fine anno la maggior parte di loro ritornerà a Vinovo per allenarsi con la prima squadra e sarà un modo per noi capire a che punto sono del percorso.
Ma è altrettanto vero che non avere il pieno controllo sulla loro crescita, tecnica e tattica, può essere un rischio. Quando le mandiamo in prestito, non sappiamo sempre che percorso affronteranno, in che ruolo giocheranno, che tipo di allenamenti seguiranno.
Per questo motivo io credo fortemente che serva una seconda squadra, una sorta di Next Gen femminile. Un gruppo giovane che magari non è ancora pronto per la Serie A, ma che ha bisogno di giocare con continuità. La soluzione ideale sarebbe avere questa squadra in Serie B: un contesto allenante, competitivo, ma senza pressioni di classifica. Sarebbe un modo per accompagnare queste ragazze nel passaggio alla prima squadra con maggiore continuità.»
«Sono soddisfatta di come sta andando la stagione. I gruppi sono competitivi e riusciamo a coinvolgere tutte le ragazze, anche con livelli e prospettive differenti.
Un altro esempio è il progetto del calcio misto, qualcosa che avevamo in mente da tempo. Giocare con i maschi permette un’intensità maggiore, un ritmo diverso, e per le ragazze più talentuose è uno stimolo importante. Alcune, le più giovani – nate tra il 2015 e il 2017 – potrebbero tranquillamente giocare pari età con i maschi. Ringrazio Michele Sbravati per la disponibilità: è un progetto sperimentale, ma ci crediamo e vogliamo portarlo avanti anche nei prossimi anni.
In definitiva, comunque, siamo davvero contenti del percorso che stiamo facendo, con gli staff e le ragazze. L’obiettivo che abbiamo dato a tutti gli allenatori è chiaro: la giocatrice che arriva ad agosto non deve essere la stessa che conclude la stagione a giugno. Tutte devono crescere, tutte devono migliorare, e devo dire che questo sta avvenendo: non c’è prova migliore della bontà del lavoro di tutti.»
Ao vivo