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·24 de março de 2025

Juventus, così i bianconeri salutano Thiago Motta: addio affidato all’ANSA

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L’addio di Thiago Motta segna la fine di un’avventura segnata da incomunicabilità. La separazione tra le parti ha assunto i contorni di un addio emblematico, che sintetizza le difficoltà vissute dal tecnico italo-brasiliano durante la sua breve esperienza in casa Juventus. Prima l’ANSA, poi il sito ufficiale bianconero, ma con le stesse identiche parole. Qualcosa di parecchio inusuale ma che, al di là delle dinamiche e dei risultati, evidenzia come la gestione del tecnico è naufragata, specialmente, per un problema di comunicazione. Anche nelle ultime conferenze stampa, dopo sconfitte pesanti come quelle contro Atalanta e Fiorentina, il tecnico ha mantenuto un atteggiamento invariabile, senza mai mettere in discussione il proprio operato in maniera esplicita. L’assenza di un vero mea culpa ha alimentato la percezione di un allenatore incapace di comprendere appieno la gravità della situazione e il peso delle aspettative legate alla storia e agli investimenti della Juve.

Juventus, l’inizio della fine

Al contrario di quanto avrebbe presumibilmente dovuto fare, Thiago Motta ha spesso mostrato la sicurezza di chi si rifugia in convinzioni fragili. Emblematica in questo senso la dichiarazione: “Io sono il leader di questa Juve” pronunciata dopo la vittoria sull’andata contro il PSV, che sembrava il preludio a una stagione positiva… e si è invece trasformato in un epitaffio anticipato della sua avventura. La società e la dirigenza, secondo quanto riportato, non hanno condiviso il messaggio trasmesso dall’allenatore. In un’annata caratterizzata da troppi capitani e pochi veri leader, allontanati uno dopo l’altro. A rendere ancora più evidente il problema di comunicazione è stato il silenzio della società dopo l’esonero: nessuna dichiarazione da parte del direttore sportivo Giuntoli, né dall’amministratore delegato Scanavino o dal presidente Ferrero. Un’assenza di spiegazioni che stride con la portata storica di un esonero, il settimo tecnico sollevato dall’incarico anzitempo in 128 anni di storia juventina.


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