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·23 de março de 2025

Nainggolan, l’ex Inter rivela: «In quella squadra mi sono sentito veramente a casa…»

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Nainggolan, l’ex Inter rivela: «In quella squadra mi sono sentito veramente a casa…» Le parole dell’ex centrocampista nerazzurro

Radja Nainggolan, ex centrocampista dell‘Inter, intervistato sul canale Youtube della giornalista Francesca Teodori, ha voluto parlare della sua carriera: soffermandosi molto sulla Roma.

GLI ESORDI – «La mia è stata una scalata difficile, ho iniziato al Piacenza in Serie B con Pioli. Cagliari? Quando sono arrivato in Sardegna ero giovane ed avevo la testa molto calda, ora ragiono di più».


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CAGLIARI – «Avevo 20 anni e stavo fuori rosa perché avevo un carattere particolare, dopo ho iniziato a capire ed ascoltare di più. L’anno dopo volevano cedermi e fare uno scambio con Marco Parolo che era al Cesena. Per sfortuna si fece male Daniele Conti ed io giocai al suo posto contro il Palermo. Giocai molto bene, marcai Pastore e pareggiammo in casa loro. Il mio gol più bello è stato quello con la Spal di controbalzo».

CARATTERE E INFANZIA – «Io sono cresciuto per strada e senza padre per cui da bambino ho fatto delle cose sbagliate, cose che non rifarei mai più. Dentro il mondo del calcio ho portato il mio carattere, il fatto di non volermi far mettere i piedi in testa da nessuno. Posso sembrare cattivo in campo ma non lo sono! Mi è successo solo una volta di fare male a qualcuno, era Mattiello. L’arbitro in quel caso avrebbe espulso lui perché era entrato a gamba tesa ma gli rimase incastrata la gamba sotto la mia. A Cagliari però prendevo 13/14 ammonizioni all’anno che a Roma diventarono solo 5 o 6, con il tempo maturi. Io non ho mai vissuto per il calcio ma non ho mai saltato un allenamento, ho sempre messo davanti la mia vita ma resto una persona professionale».

ROMA – «Io poi sono andato a Roma per una scelta mia, lì sono stato molto rispettato. Sabatini mi voleva già a giugno ma saltò, si fece solo a gennaio quando io firmai un contratto in bianco! A Cagliari mi hanno accolto bene ma forse Roma è stata l’unica piazza che mi ha capito davvero come uomo. Sono state due esperienze molto simili per quanto gli obiettivi erano diversi».

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